L'Australia, agli inizi di agosto, ha registrato un nuovo picco di contagi da coronavirus due volte superiore a quello di aprile. La maggior parte dei casi, a cui ha corrisposto anche un notevole aumento della mortalità, comunque modesta se raffrontata con quella di altri paesi, è stata registrata nello stato di Victoria, quello più a sud con Melbourne come capitale.

Il Governo australiano, per evitare che il contagio si espandesse, ha imposto misure rigide, vietando gli spostamenti da uno Stato all'altro, tanto che migliaia di persone sono rimaste bloccate nelle località in cui si erano trasferite anche solo per andare in vacanza.

Ad Asher Faye Vander Sanden, 28 anni, che si era recata in Victoria per prendersi cura della sorella malata, era stato permesso di ritornare a Perth, in Australia occidentale dove risiede, utilizzando un volo di linea per poi rimanere in quarantena in un hotel per 14 giorni, a proprie spese.

La donna, però, è tornata a Perth ottenendo un passaggio su un camion e si è fatta poi ospitare in casa del proprio compagno.

Scoperta, è stata processata e condannata a sei mesi di reclusione... e le è andata pure bene, perché nell'Australia occidentale le persone che violano le leggi sulla quarantena rischiano fino a 12 mesi di reclusione o, in alternativa, una multa di 50mila dollari australiani.

In Australia, almeno altre tre persone sono state arrestate per aver violato le norme sulla quarantena.