Dott. Vincenzo Petrosino - Oncologo Chirurgo, Salerno - Quando ascolto i Politici Campani e spesso il "personaggio che tutti conoscono attraverso Crozza" magnificare la Sanità della regione come qualcosa di eccezionale, mi viene da pensare che davvero i media sono manipolati ad arte.
A calci .... porterei alcuni dirigenti e personaggetti della sanità campana a prenotare visite, tac , consulenze geriatriche domiciliari per certificazioni invalidità, visite otorino o misurazione udito, diabetologo o altro a casa dell'ammalato fragile. Per le cure adi piano piano qualcosa si muove, spesso con il supporto di " esterni " grazie a strutture che hanno convenzioni con Asl mancando infermieri.
Qui in Campania, siamo comunque ben lontani da un'assistenza medica decente, poiché esistono in molti casi dei percorsi ad ostacolo e tanta ... spesso troppa burocrazia e, a mio giudizio, poche competenze e scarsa umanizzazione del personale.
A un anno dall'entrata in vigore dell'obbligo stabilito dalla legge di Bilancio 2023, che impone a tutte le Regioni e Province autonome la presentazione annuale di un piano per il potenziamento delle cure palliative, la situazione sul territorio nazionale resta disomogenea e frammentata. Entro il 2028, l'obiettivo dichiarato è ambizioso: garantire la copertura del 90% della popolazione. Ma a oggi, secondo il monitoraggio effettuato da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), siamo ancora lontani da quel traguardo.
Cinque Regioni ancora inadempienti
Nel 2024, Calabria, Campania, Piemonte, Sicilia e Valle d'Aosta non hanno trasmesso alcun piano. Calabria e Campania risultano inoltre inadempienti anche nel 2023, mostrando un preoccupante disinteresse verso uno degli ambiti più delicati dell'assistenza sanitaria. Questa mancanza, oltre a violare l'obbligo di legge, preclude l'accesso ai finanziamenti integrativi del Servizio Sanitario Nazionale previsti per i territori che rispettano gli standard.
Le Regioni virtuose: pochi esempi positivi
Sul fronte opposto, alcune realtà si distinguono per completezza e serietà: le Province autonome di Trento e Bolzano, la Toscana, la Liguria e il Veneto hanno predisposto piani dettagliati ed esaustivi, toccando tutte le componenti richieste: identificazione dei bisogni, pianificazione degli interventi, definizione dei costi, strumenti di monitoraggio e cronoprogramma operativo.
Piani lacunosi nella maggior parte delle Regioni
Tuttavia, nella maggior parte dei casi i piani regionali risultano incompleti o vaghi. Molte Regioni presentano documenti in cui mancano elementi fondamentali, come la ripartizione delle risorse PNRR, un cronoprogramma chiaro, oppure l'indicazione precisa degli interventi migliorativi. Peggio ancora, alcune Regioni – come Puglia, Sardegna, Marche, Umbria e Molise – si limitano a trattare aspetti parziali (es. l'istituzione della rete), senza una visione organica e attuativa.
Indicatori nazionali: copertura ancora parziale
Dall'analisi Agenas emergono diverse criticità strutturali che rallentano il processo:
- Rete pediatrica: spesso assente o non definita;
- Costi: in molti casi non quantificati;
- Sistemi informativi: carenti o non operativi;
- Integrazione con cure primarie e medicina generale: debole o del tutto assente.
In termini numerici, solo il 50% dei piani soddisfa il requisito dell'identificazione dei bisogni; poco più del 30% presenta una discreta definizione delle risorse. Tutte le altre voci – analisi delle criticità, definizione dei costi, azioni concrete di miglioramento – si fermano sotto il 20%.
Conclusione: un impegno a metà
L'Italia delle cure palliative si muove a velocità troppo diverse. Il risultato è un quadro nazionale a macchia di leopardo, in cui l'accesso a un diritto fondamentale dipende troppo spesso dal luogo di residenza. La scadenza del 2028 non è poi così lontana, e se non si inverte rapidamente la rotta, si rischia di arrivarci impreparati. Serve un cambio di passo, netto e concreto, soprattutto da parte di quelle Regioni che continuano a ignorare un obbligo di legge e, soprattutto, un dovere etico verso i cittadini più fragili.