La Chiesa rischia di ammalarsi se non aggiorna ministero con i preti sposati. Non bastano le "Giornate" e le riforme solo liturgiche
La Chiesa è malata. Troppi eccessi, da una parte e dall'altra: c'è chi celebra la messa con riti bizzarri e fantasiosi e finisce persino per invalidare i sacramenti con formule semi inventate e chi, all'opposto, persegue un formalismo fine a se stesso, basato sulla rigidità di un estetismo liturgico che si compiace esclusivamente della forma. In mezzo c'è poi l'ipocrisia di chi rifiuta persino le benedizioni alle coppie gay mentre non fa una piega davanti a benedizioni a imprenditori che lucrano sul lavoro sfruttando le persone. Papa Francesco sono mesi che porta avanti la sua linea riformista e stamattina, durante un incontro nel Palazzo Apostolico con partecipanti della plenaria del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, torna ad affrontare una delle questioni dirimenti: «È come dire: senza riforma liturgica non c’è riforma della Chiesa» ha sintetizzato. (Fonte: Il Messaggero)
Riforme che, secondo il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati sono "ferme al palo", in particolare sulla riammissione al ministero die preti sposati.