Nella sua operazione trasparenza su Taranto, il premier Conte ha informato gli italiani - via Facebook - di aver aperto quello che ha definito il "Cantiere Taranto", invitando i ministri del suo Governo, in vista del prossimo CdM di giovedì 14 novembre ad elaborare e presentare proposte, progetti, soluzioni normative o misure specifiche - in relazione alle proprie competenze - sui quali avviare, in quella sede, un primo "scambio di idee per definire un piano strategico, che offra ristoro alla comunità ferita e che, per il rilancio del territorio, ponga in essere tutti gli strumenti utili per attrarre investimenti, favorire l'occupazione e avviare la riconversione ambientale".


“Gentile ministro, durante la mia recente visita a Taranto, ho potuto constatare come la vicenda dello stabilimento industriale ex Ilva costituisca solo un aspetto, seppure di assoluto rilievo, di una più generale situazione emergenziale in cui versa la città e la sua popolazione.Il rilancio dell'intera area necessita di un approccio globale e di lungo periodo. La politica deve assumersi la responsabilità di misurarsi con una sfida complessa, che coinvolge valori primari di rango costituzionale, quali il lavoro, la salute e l'ambiente, tutti meritevoli della massima tutela, senza che la difesa dell'uno possa sacrificare gli altri.Per questo, reputo necessario aprire un "Cantiere Taranto", all'interno del quale definire un piano strategico, che offra ristoro alla comunità ferita e che, per il rilancio del territorio, ponga in essere tutti gli strumenti utili per attrarre investimenti, favorire l'occupazione e avviare la riconversione ambientale.I processi di ristrutturazione o riconversione del tessuto industriale e delle infrastrutture di una determinata area geografica - come dimostrano alcune esperienze in Italia e in Europa - si portano a compimento solo attraverso politiche coordinate e sinergiche, che coinvolgano tutti gli attori istituzionali - in primis il Governo -, le associazioni di categoria, i comitati locali e tutte le forze produttive del Paese.A tal fine, in vista del prossimo Consiglio dei ministri di giovedì 14 novembre, ti invito, nell'ambito delle competenze del tuo dicastero, ad elaborare e, ove fossi nella condizione, a presentare proposte, progetti, soluzioni normative o misure specifiche, sui quali avviare, in quella sede, un primo scambio di idee. La discussione potrà quindi proseguire all'interno della cabina di regia che ho intenzione di istituire con l'obiettivo di pervenire, con urgenza, a soluzioni eque e sostenibili. Al riguardo, ti anticipo che il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, mi ha comunicato l'intenzione di promuovere un intervento organico per il rilancio dell'Arsenale, mentre il ministro per l’innovazione, Paola Pisano, mi ha rappresentato la volontà di realizzare un progetto di ampio respiro, affinché Taranto possa diventare la prima città italiana interamente digitalizzata.Confidando nella tua collaborazione, ti ringrazio fin d'ora per il contributo che potrai offrire alla definizione di un progetto che considero prioritario per l'azione di governo.”


In quest'ottica, sulla base del contenuto della lettera inviata da Conte, sembra di capire che i margini di una trattativa con ArcelorMittal non esistano, come tra l'altro dimostra anche il fatto che nessuna data è stata annunciata per un nuovo incontro tra la proprietà ed il Governo.

Quindi, anche coloro che si danno da fare per ripristinare il cosiddetto scudo penale cercando di smerciarlo come motivo principale, se non unico, del recesso di ArcelorMittal per proporsi agli italiani come salvatori del salvabile, in realtà - in modo consapevole oppure no - stanno facendo il gioco degli indiani... per due motivi.


Primo, il cosiddetto scudo penale che sarebbe venuto meno lasciando ArcelorMittal alla mercé del primo magistrato di turno, mentre stava cercando di  mettere a norma gli stabilimenti di Taranto, è un falso problema, visto che lo "scudo penale" per consentire ad ArcelorMittal di dar seguito al piano ambientale è già previsto nel nostro codice.

Il dispositivo dell'articolo 51 del codice penale dice chiaramente che "l'esercizio di un diritto o l'adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica Autorità, esclude la punibilità. Se un fatto costituente reato è commesso per ordine dell'Autorità, del reato risponde sempre il pubblico ufficiale che ha dato l'ordine. ..."

Quindi, che Salvini, Renzi, Calenda o chi altri si affannino per far passare ArcelorMittal come vittima dei 5 Stelle non corrisponde al vero.


Il secondo aspetto riguarda ciò che finora ArcelorMittal ha fatto a Taranto per il piano ambientale utilizzando i propri soldi: praticamente nulla. Centro di ricerca e coperture (parziali) del parco minerario sono state realizzati utilizzando il miliardo di euro che lo Stato ha recuperato dalla famiglia Riva. In pratica, ArcelorMittal, ha pagato l'affitto degli impianti di Taranto, ha messo in cassa integrazione parte degli operai, ha ridotto la produzione, ha smesso di pagare le aziende terziste, non ha fatto nulla per l'adeguamento degli impianti di produzione - come dimostra la vicenda dell'altoforno 2 per cui doveva essere stilato un piano di adeguamento (a seguito di un incidente mortale) e la cui mancata presentazione ne impedisce l'utilizzo - dimostrando quanto paventato da alcuni nel 2017: che l'acquisto dell'ex Ilva fosse solo una mossa, spregiudicata, da parte di ArcelorMittal per chiudere un impianto concorrente.

Quindi, le invettive dei vari capipopolo che "infestano" questo Paese, prima di essere ripetute dalla propaganda becera della stampa asservita a questa o quella forza politica, sarebbe opportuno che iniziassero ad essere filtrate alla luce dell'evidenza dei fatti, per evitare perlomeno che gli indiani, oltre a truffarci, si facciano pure beffe di noi.