Mike Lindell vende cuscini, federe e lenzuoli negli Stati Uniti, tramite la sua azienda My Pillow. Ex cocainomane ed ex alcolizzato, come ha dichiarato lui stesso, ha ritrovato la via della sobrietà tramite il cristianesimo.
Ma Lindell non è noto alle cronache tanto per questi meriti, quanto per esser stato, e per esserlo ancora, uno dei più fedeli sostenitori di Donald Trump, tanto che negli ultimi giorni del suo mandato, la sua presenza alla Casa Bianca era quasi costante.
Lindell ha sponsorizzato un tour di due settimane a favore di Trump che si è concluso a Washington il 14 dicembre, ma non ha finanziato viaggi per la manifestazione del 6 gennaio, quella che si è conclusa con l'assalto al Campidoglio e la morte di cinque persone.
Lindell è tuttora convinto che Trump sia stato vittima di brogli alle elezioni presidenziali del 3 novembre 2020. Quindi, dopo la sconfitta del suo idolo, ha contribuito a sostenere e promuovere le tesi complottiste sulle elezioni Usa... anche sui social, anche su Twitter.
È notizia di oggi che Twitter ha deciso di sospendere definitivamente anche il suo account personale (twitter.com/realmikelindell) non rendendo più disponibili i suoi "cinguettii", seguiti da circa mezzo milione di utenti.
Secondo Twitter, Lindell avrebbe utilizzato il suo account per diffondere affermazioni infondate, violando pertanto la politica dell'azienda. Tempi duri per i suprematisti.