La commissaria all'Antitrust UE, Margrethe Vestager, ha avviato due nuovi procedimenti nei confronti di Apple Microsoft
La commissaria all'Antitrust UE, Margrethe Vestager, negli ultimi giorni, prima che venga nominata una nuova commissione, sta accelerando su problematiche che riguardano i colossi dell'IT.
Il 24 giugno ha informato Apple dell'avvio di una indagine per possibile violazione delle regole che disciplinano il mercato digitale in Europa. Il giorno successivo ha fatto altrettanto con Microsoft
Questi i termini dell'indagine avviata nei confronti del gigante di Cupertino:
Oggi la Commissione europea ha informato Apple del suo parere preliminare secondo cui le norme dell'App Store violano il regolamento sui mercati digitali, in quanto impediscono agli sviluppatori di app di indirizzare liberamente i consumatori verso canali alternativi per offerte e contenuti.La Commissione ha inoltre avviato una nuova procedura di non conformità nei confronti di Apple per il timore che i nuovi obblighi contrattuali per gli sviluppatori terzi di app e gli app store di terze parti, tra cui la nuova "Core Technology Fee" (commissione per le tecnologie di base) di Apple, non garantiscano l'effettiva osservanza degli obblighi sanciti dal regolamento sui mercati digitali. ...La Commissione ha appurato in via preliminare che:
- Nessuna di queste condizioni commerciali consente agli sviluppatori di indirizzare liberamente i propri clienti. Ad esempio, gli sviluppatori non possono fornire informazioni sui prezzi all'interno dell'app o comunicare in altro modo con i propri clienti per promuovere offerte disponibili su canali di distribuzione alternativi.
- In base alla maggior parte delle condizioni commerciali cui sottostanno gli sviluppatori di app, Apple consente di indirizzare i clienti solo attraverso i "link-out", ossia gli sviluppatori di app possono includere nella loro app un link che reindirizza i clienti verso una pagina web in cui possono stipulare un contratto. Il processo di link-out è soggetto a diverse restrizioni imposte da Apple che impediscono agli sviluppatori di app di comunicare, promuovere offerte e stipulare contratti attraverso il canale di distribuzione di loro scelta.
- Benché Apple possa percepire una commissione dagli sviluppatori per agevolare l'acquisizione di un nuovo cliente tramite l'App Store, le commissioni applicate da Apple vanno oltre quanto strettamente necessario per remunerare queste acquisizioni. Ad esempio, Apple addebita agli sviluppatori una commissione per ogni acquisto di beni o servizi digitali che un utente effettua nei primi sette giorni dopo il link-out attraverso la app.
Con l'invio del parere preliminare, la Commissione informa Apple circa la propria posizione per quanto riguarda la violazione, da parte dell'impresa, del regolamento sui mercati digitali. Questa posizione non pregiudica l'esito dell'indagine, in quanto Apple ha ora la possibilità di esercitare i suoi diritti di difesa esaminando i documenti contenuti nel fascicolo dell'indagine della Commissione e rispondendo per iscritto alle conclusioni preliminari.La Commissione ha inoltre avviato una terza indagine di non conformità sulle nuove condizioni contrattuali di Apple per gli sviluppatori come condizione per accedere ad alcune delle nuove funzionalità consentite dal regolamento sui mercati digitali, in particolare la fornitura di app store alternativi o la possibilità di offrire app attraverso un canale di distribuzione alternativo. Apple ha finora mantenuto l'opzione di sottoscrivere le condizioni precedenti, che non consentono affatto canali di distribuzione alternativi.La Commissione valuterà se questi nuovi obblighi contrattuali per gli sviluppatori di app e gli app store terzi violino l'articolo 6, paragrafo 4, del regolamento sui mercati digitali, in particolare i requisiti relativi alla necessità e alla proporzionalità".
Questi i termini dell'indagine avviata nei confronti di Microsoft:
La Commissione europea ha informato Microsoft della sua opinione preliminare secondo cui avrebbe violato le norme antitrust dell'UE collegando il suo prodotto di comunicazione e collaborazione Teams alle sue popolari applicazioni di produttività incluse nelle sue suite per aziende Office 365 e Microsoft 365.Microsoft , con sede negli Stati Uniti, è una società tecnologica globale che offre software aziendali e di produttività, cloud computing e personal computing. Teams è uno strumento di comunicazione e collaborazione basato sul cloud. Offre funzionalità come messaggistica, chiamate, riunioni video e condivisione di file e riunisce strumenti di lavoro di Microsoft e di terze parti e altre applicazioni.I fornitori di software applicativo aziendale, inclusa Microsoft, distribuiscono sempre più questo software come software come servizio ("SaaS"), ovvero software ospitato su un'infrastruttura cloud scelta dal fornitore. In linea di principio, il cloud computing consente ai nuovi attori del mercato di offrire soluzioni SaaS e ai clienti di utilizzare diversi software di diversi fornitori. Tuttavia, Microsoft ha un modello di business incentrato sulle suite che combina più tipi di software in un'unica offerta. Quando è stato lanciato Teams , Microsoft lo ha incluso nelle sue suite di produttività basate su cloud ampiamente utilizzate per i clienti aziendali Office 365 e Microsoft 365 .L'indagine della CommissioneLa Commissione rileva in via preliminare che Microsoft detiene una posizione dominante a livello mondiale nel mercato delle applicazioni di produttività SaaS per uso professionale.La Commissione teme che, almeno dall'aprile 2019, Microsoft abbia collegato Teams alle sue principali applicazioni di produttività SaaS, limitando così la concorrenza sul mercato dei prodotti di comunicazione e collaborazione e difendendo la propria posizione di mercato nel software di produttività e il suo modello incentrato sulle suite da parte di Microsoft. fornitori concorrenti di singoli software. In particolare, la Commissione teme che Microsoft possa aver concesso a Teams un vantaggio distributivo non dando ai clienti la possibilità di scegliere se acquisire o meno l'accesso a Teams quando si abbonano alle loro applicazioni di produttività SaaS. Questo vantaggio potrebbe essere stato ulteriormente esacerbato dalle limitazioni di interoperabilità tra i concorrenti di Teams e le offerte di Microsoft. La condotta potrebbe aver impedito ai rivali di Teams di competere e, a loro volta, di innovare, a scapito dei clienti nello Spazio economico europeo.Se confermate, queste pratiche violerebbero l’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (“TFUE”), che vieta l’abuso di una posizione dominante sul mercato.Dopo che la Commissione ha avviato il procedimento nel luglio 2023 , Microsoft ha introdotto modifiche nel modo in cui distribuisce Teams . In particolare, Microsoft ha iniziato a offrire alcune suite senza Teams . La Commissione ritiene preliminarmente che questi cambiamenti non siano sufficienti a rispondere alle sue preoccupazioni e che siano necessarie ulteriori modifiche alla condotta di Microsoft per ripristinare la concorrenza.