Il prossimo 4 aprile si terrà l'udienza preliminare del procedimento con il quale la procura di Firenze chiede il rinvio a giudizio di 11 indagati in relazione all'inchiesta sulla fondazione Open, creata ad hoc per la raccolta di fondi finalizzati a finanziare l'ascesa politica di Matteo Renzi.

Guidata da Giuseppe Creazzo, l'inchiesta è stata portata avanti dal procuratore aggiunto Luca Turco e dal pubblico ministero Antonino Nastasi.

Undici le persone indagate, mentre sono coinvolte anche quattro società. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze, corruzione, emissione di fatture per operazioni inesistenti e autoriciclaggio.

Tra gli indagati illustri anche Matteo Renzi, ritenuto dagli inquirenti il dominus di fatto della ex fondazione, accusato di finanziamento illecito ai partiti insieme  all'imprenditore Patrizio Donnini, all'ex presidente della fondazione, l'avvocato Alberto Bianchi, e ai componenti del cda, Marco Carrai, Luca Lotti e Maria Elena Boschi.

Luca Lotti, Alberto Bianchi, Patrizio Donnini ed il costruttore Alfonso Toto dovranno difendersi anche dall'accusa di corruzione. Due gli episodi di corruzione che vengono contestati entrambi a Lotti, ex membro del cda della Fondazione e membro del governo tra il 2014 e il 2017, prima come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e poi come ministro dello Sport, periodo in cui, secondo le accuse della Procura, si sarebbe adoperato per disposizioni normative favorevoli a due società che avevano finanziato Open, la Toto Costruzioni e la British American Tobacco.

Per ora nessuna dichiarazione da parte degli interessati, ma sarà sicuramente questione di ore... con Italia Viva che cercherà di sfruttare in chiave propagandistica il possibile rinvio a giudizio del suo fondatore. Ma a questo siamo abituati, in fondo Renzi ha sempre voluto ripercorrere le orme di Silvio Berlusconi. Quindi, la notizia non potrà non inorgoglirlo.