Il mondiale in Russia è terminato. Quali insegnamenti ne possiamo trarre per il futuro del calcio?
Si è chiusa domenica con la vittoria della Francia sulla Croazia per 4-2 l'edizione 2018 della Coppa del Mondo di calcio. L'incontro, per gli spettatori non interessati, è stato abbastanza divertente anche se tre delle reti sono state originate non dalla bravura di chi attaccava, quanto dagli errori di chi difendeva... ma anche questo fa parte del calcio.
Sarà interessante leggere che cosa, in futuro, i cosiddetti esperti trarranno di insegnamento da questo mondiale. Agli occhi dei non esperti, categoria cui appartiene chi scrive, elenco alcune considerazioni che, spero, chi legga possa contribuire ad aumentare, o anche a correggere.
Sicuramente, dal punto di vista della correttezza questo mondiale non ha eguali con i precedenti. Il Var ha aiutato nel far sì che non si ripetessero gli scandali cui abbiamo assistito in passato. Non che tutto sia stato perfetto e non che in alcuni casi certe (mancate) decisioni non abbiano lasciato di stucco, ma nella media nulla a che vedere con quanto accaduto negli anni scorsi... e noi italiani ne sappiamo qualcosa.
Sul piano della tattica, invece, non è che si sia visto qualcosa di particolarmente nuovo. Al contrario, si può dire forse, considerando il modo in cui la Francia ha vinto la finale e come la Russia sia riuscita ad arrivare fino ai quarti, che il buon vecchio catenaccio accompagnato dal sempre verde contropiede restano le armi più sicure per portare a casa un risultato.
Certo, oggi si usano termini diversi come fare densità a centrocampo e in difesa, gestione della palla, ripartenza... ma il concetto rimane e sempre di catenaccio e contropiede si sta parlando.
Ma una novità la possiamo comunque inidicare ed è relativa alle caratteristiche fisiche dei giocatori, e tra tutte la velocità. In altri sport, poco tecnici e con caratteristiche di gioco tali che alcuni giocatori possano essere utilizzati solo in certe fasi, come il football americano, alcuni di loro vengono ingaggiati tra i velocisti dell'atletica leggera.
Nel calcio, la tecnica conta ancora, ma la velocità è sempre più determinante rispetto ad un tempo. Salah, causa infortunio, non ha potuto brillare, ma il francese Kylian Mbappé è stato sorprendente. Dotato di un'ottima tecnica, di intelligenza tattica e visione di gioco ha però impressionato per la sua strabiliante velocità. In pochi metri riesce ad avere un vantaggio spesso incolmabile su qualsiasi difensore. Inutile dire quanto questo possa essere determinante. Anche nella finale disputata domenica tra Francia e Croazia se ne è avuta conferma.
Ecco, pertanto, se da questo mondiale dobbiamo trarre delle conclusioni per come in futuro il calcio evolverà, le caratteristiche fisiche dei singoli, che consentono così anche la capacità di ricoprire più ruoli, saranno sempre più determinanti nella formazione di una squadra, anche a scapito della tecnica... quindi, meno classe e più muscoli.