"... il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni hanno preso la loro decisione. È per me una nuova chiamata – inattesa - alla responsabilità; alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi.Ritorno dunque di fronte a questa Assemblea, nel luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione. Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica.Adempirò al mio dovere secondo i principi e le norme della Costituzione, cui ho appena rinnovato il giuramento di fedeltà, e a cui ho cercato di attenermi in ogni momento nei sette anni trascorsi.La lettera e lo spirito della nostra Carta continueranno a essere il punto di riferimento della mia azione. ..."

Queste le parole con cui Sergio Mattarella ha iniziato il messaggio ai delegati regionali e ai parlamentari riuniti in seduta comune alla Camera la propria rielezione nel giorno del giuramento a presidente della Repubblica.

Nel discorso del presidente della Repubblica  non è mancato l'ormai classico richiamo al ruolo dei partiti, invitati ad essere all’altezza delle domande che emergono dalla società civile. "La qualità stessa e il prestigio della rappresentanza dipendono, in misura non marginale, dalla capacità dei partiti di esprimere ciò che emerge nei diversi ambiti della vita economica e sociale, di favorire la partecipazione, di allenare al confronto.I partiti sono chiamati a rispondere alle domande di apertura che provengono dai cittadini e dalle forze sociali. Senza partiti coinvolgenti, così come senza corpi sociali intermedi, il cittadino si scopre solo e più indifeso. Deve poter far affidamento sulla politica come modalità civile per esprimere le proprie idee e, insieme, la propria appartenenza alla Repubblica. Il Parlamento ha davanti a sé un compito di grande importanza perché, attraverso nuove regole, può favorire una stagione di partecipazione".

Nel pomeriggio di giovedì, il Presidente della Repubblica, accompagnato dal Segretario generale della Camera dei deputati, Fabrizio Castaldi, si è recato a Montecitorio scortato dai Carabinieri in motocicletta. La partenza dal Quirinale e tutto il percorso fino alla sede della Camera sono stati accompagnati dalla campana di Montecitorio.

Una volta giunto alla Camera, Mattarella è stato accolto da Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, che lo hanno accompagnato in Aula fin sul banco della presidenza. Fico ha poi dichiarato aperta la seduta ed invitato il Capo dello Stato a prestare giuramento a norma dell'articolo 91 della Costituzione.

Dell'avvenuto giuramento ne hanno dato annuncio la pedante campana di Montecitorio e 21 salve di artiglieria sparate dal Gianicolo. Dopo il messaggio, la seduta si è conclusa e Mattarella, in Piazza Montecitorio, ha assistito prima all'esecuzione dell'Inno Nazionale, per poi raggiungere in auto l'Altare della Patria.

Per poter partecipare alla cerimonia all'interno dell'aula, tutti i presenti hanno dovuto sottoporsi al tampone rapido.