Mentre si oppone al cessate il fuoco a Gaza, Netanyahu vuole estendere il conflitto al Libano... e all'Iran
Netanyahu ha fatto carte false per partecipare domenica ai funerali dei minorenni drusi uccisi da un missile iraniano a Majdal Shams. Non avendo ricevuto garanzie dalle autorità druse, non è andato. Lo ha fatto lunedì, ma era meglio se fosse rimasto in Israele.
Netanyahu ha posato una corona di fiori nel luogo dell'esplosione, mentre la folla che cercava di avvicinarlo gli urlava contro di tutto, chiamandolo assassino e criminale... appellativi che erano riportati anche su molti cartelli.
Il premier israeliano, accompagnato dalle autorità locali ha fatto finta che le proteste fossero applausi, promettendo una dura risposta contro Hezbollah, ritenuta responsabile dell'accaduto.
In realtà, se l'attacco non è un'operazione sotto falsa bandiera per dare a Israele la scusa di estendere il conflitto al Libano, quanto accaduto è probabilmente da classificare come tragico errore. Il tipo di missile responsabile della strage avrebbe caratteristiche tali da renderlo difficilmente intercettabile, le stesse però renderebbero la sua traiettoria "incerta" rispetto all'obiettivo. Secondo alcuni esperti il missile caduto a Majdal Shams era invece destinato ad una base militare israeliana nel Golan.
Per lo Stato ebraico i drusi sono cittadini di serie b da utilizzare per rimpinguare l'esercito, e oggi Netanyahu li usa per i suoi scopi politici:
"Questi bambini sono i nostri figli, sono tutti figli di tutti noi", ha detto. "Israele non permetterà e non può permettere che questo passi semplicemente inosservato. La nostra risposta arriverà, e sarà dura".
Israele è uno Stato canaglia, ma non potrebbe esserlo senza il sostegno interessato dell'occidente cosiddetto democratico. Il primo complice dei suoi crimini sono gli Stati Uniti, con l'amministrazione Biden che, dopo essersi resa responsabile del genocidio a Gaza, vuole esserlo anche della guerra in Libano.
Il portavoce della sicurezza nazionale Usa, John Kirby, oggi ha affermato che Israele ha tutto il diritto di reagire all'attacco sulle alture del Golan (anch'esso territorio occupato), ritenendo che la risposta non debba necessariamente sfociare in un'escalation. In base a quale considerazione possa affermarlo però non lo ha detto.
L'Iran, intanto, ha lanciato il suo avvertimento, minacciando di "gravi conseguenze" Israele in caso di attacco al Libano, tramite le parole dette dal presidente Masoud Pezeshkian in una telefonata al presidente francese Emmanuel Macron, secondo quanto riportato lunedì dai media statali iraniani.
"Siamo disposti a migliorare le nostre relazioni con la Francia sulla base della fiducia reciproca",
ha aggiunto Pezeshkian nella sua conversazione con Macron, che domenica ha parlato anche con Benjamin Netanyahu, nel tentativo di Parigi di impedire un'escalation tra Israele e Hezbollah.
Sul cessate il fuoco a Gaza si registra l'ennesimo stallo, come era nell'intenzioni del premier israeliano che ha inviato i suoi emissari a Roma con l'ennesima richiesta di modifica dell'accordo.
Al tempo stesso i criminali israeliani continuano il massacro dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, con il numero dei morti (ufficiale) che si avvicina (nella sola Striscia) sempre più ai 40mila. In questo caso, lo sterminio di oltre 15mila minori non è però da considerarsi un problema!
Crediti immagine: agenzia Wafa