Se l’EMA approverà, nella seduta del 21 dicembre, l’immissione sul mercato del vaccino e  dopo arriverà la successiva, validazione dell’AIFA, ci sarà, già prima della fine dell’anno, il “Vaccine Day” europeo (il 27 dicembre?), quando le prime persone verranno vaccinate nello stesso giorno, così come concordato tra i Ministri della Salute di Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera.

Nei giorni successivi, verrà invece avviata la prima sessione della vaccinazione di massa, destinata alle categorie che il Governo e il Parlamento hanno stabilito essere prioritarie: operatori sanitari e sociosanitari, personale operante nei presidi ospedalieri, pubblici e privati, ospiti e personale delle residenze per anziani.

La campagna di vaccinazione in Italia partirà con la  prima fornitura di  1.833.975 dosi di vaccino anti Covid 19. La seconda fornitura garantita da Pfizer – informa ancora l’Ufficio del Commissario - sarà di 2.507.700 dosi, che consentiranno nelle settimane successive di somministrare la seconda dose alle suddette categorie prioritarie, nonché di avviare la vaccinazione della popolazione più fragile.

Il commissario, in proposito, Arcuri ha dichiarato:“Abbiamo individuato i 65 hub che ospiteranno le dosi di vaccino, in due terzi di questi ci sono gia' i frigoriferi, negli altri che mancano li stiamo approntando", ha detto alla Dire, Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia. Verrà distribuito un numero di dosi proporzionale al territorio di riferimento di ogni hub”, ha proseguito Gallera. Il numero preciso sarà definito “sulla base dei dipendenti dei presidi ospedalieri e degli ospiti delle Rsa presenti sul territorio coperto da ogni singolo hub”.

A mio giudizio non sarà assolutamente semplice mettere in atto un tale piano che comunque comprende meno di 4.000.000 di dosi in Italia contro i 60.000.000 di abitanti. La stessa vaccinazione al momento non rappresenta assolutamente "un via libera" per tutti, anzi ci attenderanno ulteriori sacrifici almeno per altri anni. 

«Pensare che arrivi il vaccino per valicare l'inverno è una illusione».

A dirlo è la virologa Ilaria Capua, direttore dell'One Health Center of Excellence dell'Università della Florida, ospite di Mara Venier a Domenica In. «Il virus è lo stesso della scorsa primavera, non è diventato più aggressivo. Siamo in mezzo a un'emergenza pandemica diversa dalle precedenti. Alla prima ondata non eravamo pronti a rispondere a un virus sconosciuto. Abbiamo fallito politicamente nel non sottolineare la gravità di questo virus. Con la produzione del vaccino siamo partiti a fatica, anche perché è tutto nuovo.Ma il vaccino non sarà la soluzione perché non ci saranno dosi a sufficienza per tutti. Bisognerà usare il vaccino in maniera strategica proteggendo le persone più a rischio. Sia quelli più esposti che quelle più deboli per età anagrafica».

Secondo la virologa il vaccino inizierà ad essere presente nella popolazione a primavera e noi saremo pronti per il prossimo inverno. 

Il Ministro Speranza così ha scritto su Facebook:«Quella del vaccino Covid è la sfida più importante dei prossimi mesi. L’Italia ha sempre lavorato perché il percorso di approvazione di Ema fosse al tempo stesso rigoroso, trasparente e veloce. È una buona notizia che tale processo possa completarsi già prima di Natale. Significherà che avremo finalmente a disposizione un vaccino efficace e sicuro.Ho proposto, insieme ai ministri di altri 7 Paesi Europei, tra cui Francia e Germania, che le vaccinazioni partano lo stesso giorno già nel mese di dicembre. Ci vuole ancora cautela e prudenza nei prossimi mesi, finché non avremo raggiunto una copertura vaccinale sufficiente,
ma la strada è giusta e finalmente si vede la luce in fondo al tunnel».

Gestita male, davvero male questa emergenza pandemica, troppe ombre e troppa improvvisazione, l'Italia a mio giudizio si è trovata impreparata. Ricordo che  negli anni 80, giovane chirurgo in ospedale, già da anni non avevamo gambaletti di carta e strumenti chirurgici a sufficienza, una sola forbice lunga che usavamo a turno tra le chirurgie per operare la colecisti... per non parlare dell'organizzazione delle guardie mediche...dove non avevamo praticamente nulla nei presidi...

Mi chiedo: ma è davvero cambiato molto in questi 40 anni... quando un politico dell'ospedale mentre il mio primario gli esponeva i problemi del reparto e delle carenze, tra un gesto e l'altro disse: "Parliamo di cose serie adesso... Qui chi votate?". Queste parole , ancora risuonano nella mia mente...


Qui potete scaricare il piano delle vaccinazioni nazionale:
drive.google.com/file/d/1tI8MXZaeAzd5eJT6mNKRyiWuhRo-6HnN/view?usp=sharing