Mentre in Inghilterra erano ancora  in vigore rigide misure per il distanziamento sociale a causa della pandemia, il premier Johnson invitata ad un party nel giardino di Downing Street i suoi collaboratori. 

La trentina di coloro che vi hanno partecipato rischiano di essere perseguiti anche penalmente per aver violato le regole del lockdown allora in vigore, mentre Boris Johnson, visto che era a casa, dovrebbe rischiare solo la brutta figura.

Ieri, dopo aver evitato di rispondere se fosse stato o meno presente al party per tutta la giornata nella speranza che la polemica scemasse, oggi Johnson si è presentato in Parlamento dove ha ammesso che l'evento si è svolto e che lui vi ha partecipato per una mezzoretta credendo fosse un evento di lavoro, chiedendo scusa per quanto aveva fatto.

"Signor Presidente, voglio scusarmi. So che milioni di persone in questo paese hanno fatto sacrifici straordinari negli ultimi 18 mesi. Conosco l'angoscia che hanno attraversato: impossibilitati a piangere i loro parenti, a vivere la propria vita  o a fare le cose che amano. E conosco la rabbia nei miei confronti e quella con il governo che guido, quando pensano che nella stessa Downing Street le norme non siano adeguatamente rispettate dalle persone che le fanno.E anche se non posso anticipare le conclusioni dell'indagine in corso, ho imparato abbastanza per sapere che c'erano cose che semplicemente non avevamo capito e devo assumermi la responsabilità. Il numero 10 è un grande dipartimento con il giardino come estensione dell'ufficio, che è stato costantemente utilizzato per il fatto che all'aria aperta il rischio del contagio diminuisce. Quando sono andato in quel giardino poco dopo le 18 del 20 maggio 2020, per ringraziare alcuni membri del personale prima di tornare nel mio ufficio 25 minuti dopo per continuare a lavorare, ho creduto implicitamente che si trattasse di un evento di lavoro.Ma, signor Presidente, con il senno di poi avrei dovuto rimandare tutti dentro, avrei dovuto trovare un altro modo per ringraziarli e avrei dovuto riconoscere che, anche se tecnicamente l'evento poteva rientrare nelle disposizioni del lockdown, ci sarebbero stati comunque milioni e milioni di persone che semplicemente non l'avrebbero capito. Persone che hanno sofferto terribilmente, persone a cui era proibito incontrare i propri cari, dentro o fuori delle loro abitazioni. E a loro e a questa assemblea porgo le mie più sentite scuse. E tutto ciò che chiedo è che Sue Gray possa completare la sua indagine su quel giorno e su altri in modo da poter stabilire lo svolgimento dei fatti nel suo complesso".

Mentre dai banchi dei conservatori arrivano le prime dichiarazioni a supporto di Johnson, cercando di scaricare la responsabilità di quanto accaduto sui suoi collaboratori e sul personale che lavora a Downing Street, da quelli delle opposizioni, Labour in testa, fioccano le richieste di dimissioni. 

Il leader laburista Keir Starmer ha dichiarato che Johnson dovrebbe "fare la cosa giusta e dimettersi" per le sue scuse "patetiche" e le sue bugie  "ridicole", facendo notare che l'ex segretario alla Salute Matt Hancock si era dimesso quando ha infranto le regole del lockdown, così come la sua ex consigliera Allegra Stratton quando è emerso un video in cui lei scherzava su una festa che si era tenuta a Downing Street.

Johnson potrà anche avere il supporto dei conservatori, ma resta da vedere se riuscirà a mantenere quello di coloro che lo hanno eletto... il che potrebbe essere giudicato un problema dagli altri membri dei tories.