Il decreto sulla crescita del Governo? Per la Cgil è poca cosa... ma la coperta di Tria è corta
La vicesegretaria di Cgil, Gianna Fracassi, ha commentato, in una intervista alla radio del sindacato, il cosiddetto decreto crescita, che dovrebbe essere discusso nel prossimo Consiglio dei Ministri, definendolo però poca cosa rispetto al titolo e riassumendone i contenuti in una proroga di una serie di incentivi fiscali per le imprese, con l'aggiunta di qualche elemento di novità in relazione al made in Italy e all'internazionalizzazione.
«Ci sembra che il titolo sia un po' sovrastimato rispetto ai possibili impatti che un intervento di questa natura può avere», ha detto la Fracassi a RadioArticolo1, aggiungendo che «dal punto di vista degli incentivi fiscali rispetto agli altri governi non c'è alcun cambiamento. ... Non c'è alcuna idiosincrasia per gli incentivi, però vanno collocati nel loro corretto ambito. Si tratta di strumenti che possono aiutare quando, però, si mette in campo una strategia più generale di sviluppo, e non è questo il caso».
Positivo invece, il giudizio sul contrasto alle delocalizzazioni dei marchi storici italiani, ma anche su questo tema i sindacati attendono di capire meglio cosa voglia fare il governo, lamentando che finora non è stata presentata loro «un'idea generale di sviluppo».
Nel quaderno delle doglianze che accompagna le attività del Governo del cambiamento, da aggiungere anche l'odierna dichiarazione del vice direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, David Lipton, che a Lisbona - in base a quanto riporta Bloomberg - ha parlato di «evidenti vulnerabilità» che renderebbero l'Italia impreparata rispetto ai rischi che gravano sulla Ue, tra cui il rallentamento della crescita e la Brexit senza un accordo, non escludendo - e come poteva essere altrimenti - una nuova ulteriore contrazione del Pil per l'Italia!
Due considerazioni, quelle sopra riportate, che ci ricordano per l'appunto che Tria non può spendere quello che non ha. E questo non contribuisce a migliorare i rapporti già tesi nel Governo, specialmente quando la propaganda di Salvini è costretta a fare i conti con i soldi e non con i migranti.
Il vicepremier leghista, infatti, ha "gentilmente" invitato il suo collega dell'Economia a firmare i decreti attuativi per i rimborsi ai risparmiatori truffati: «O li firma entro questa settimana, e lo dico nel modo più costruttivo possibile, oppure... Ieri ero a Treviso e c'è tanta gente che si arrabbia e che ha fame e che ha fretta, quindi non credo si possa aspettare mezz'ora di più.
Se mi dice "aspettiamo una risposta dall'Europa", ne facciano a meno di queste risposte!
Quindi, con tutto il garbo e l'educazione possibile, mi aspetto entro questa settimana i decreti del Mef o altrimenti li andiamo a scrivere noi».