Normalmente, almeno in Italia, chi fa informazione viene meno al suo compito, scambiando la realtà dei fatti con il diritto di opinione.

Permettere ad un politico di dire quel che vuole per far credere alla gente, ad esempio, che una cosa sia gialla, perché questa è la sua opinione quando è evidente a tutti che il colore sia un altro, non significa fare informazione, ma solo permettere ai politici di fare propaganda... oltretutto infinocchiando coloro a cui chiedono il voto.

È normale? No. Però è quello che avviene.

Lo riscontriamo ad esempio in questo periodo elettorale sul problema relativo all'energia... dove paladini di Confindustria e media, supportati da Confindustria, vogliono far credere che la soluzione al problema energia in Italia sia trivellare l'Adriatico e costruire centrali nucleari... ovviamente pulite! 

Quando uno di questi "geni" iniziasse a dire simili bugie in televisione, il buon giornalista, come accadeva nella scuola di una volta (tanto, tanto, tanto tempo fa) dovrebbe intervenire e dargli uno scappellotto educativo. Niente di violento, per carità! Ma solo per far capire al politico e a chi ascolta che quanto detto era una bugia.

Infatti, in relazione alle trivelle in Adriatico, nel caso dovessimo estrarne - in un solo botto - tutto il gas a disposizione (ma solo quello sicuramente accessibile ed economicamente conveniente), questo coprirebbe poco più della metà del fabbisogno italiano di 12 mesi. 

Ed in relazione al nucleare pulito, al di là di conoscerne i costi reali che nessuno ancora è in grado di dire, semplicemente non esiste, perché le prime centrali, forse, saranno disponibili intorno al 2030.

Eppure, ci sono politici che vanno in giro a dire che per risolvere la crisi energetica c'è bisogno di trivelle in Adriatico e centrali nucleari... ovviamente pulite!

Uno di questi è quel tal Renzi di Rignano sull'Arno, senatore per caso, che usa il proprio incarico pubblico per fare affari privati... naturalmente milionari.

D'altra parte, per lui e quelli come lui, la politica - quella con la P maiuscola - è una via come un'altra per trovare un posto al sole... dicendo che si fanno gli interessi dei più, quando invece si guarda all'interesse dei singoli, ma solo se dotati di portafoglio.

Come spiegare altrimenti una dichiarazione simile?

Perché quanto sostenuto dal senatore di Rignano è l'ennesima bugia? Per semplicità e rapidità  riprendo un commento già postato su questo sito:

"Per i rifiuti, occorre potenziare e rendere realmente operativa la premessa necessaria al riciclo ed al riutilizzo, e cioè una vera e corretta raccolta differenziata (porta a porta), anche coinvolgendo e responsabilizzando cittadini ed esercenti; controllare e adeguare i TMB (che non possono limitarsi alla sola separazione secco-umido per cambiare codice); e soprattutto assicurare sbocchi per il riciclo, creando anche impianti di digestione anaerobica (con produzione di biogas e digestato) ed impianti di compostaggio, tenendo conto che entro il 2025, secondo la UE, dovremmo arrivare al 65% di riciclo (vero) mentre il ricorso alla discarica dovrebbe scendere al di sotto del 10%.È, quindi, solo in questo quadro complessivo e dopo aver acquisito i dati necessari sul territorio che si può affrontare correttamente, in termini residuali, la questione dei termovalorizzatori. Tenendo conto, peraltro che, secondo l'ultimo rapporto della Corte dei conti sul coordinamento della finanza pubblica, il tempo medio per la realizzazione di un impianto è di oltre quattro anni e mezzo, con punte che arrivano a 8/10 anni.La lotta ai rifiuti con il ricorso ai termovalorizzatori... in questo modo si perpetua e si potenzia l'attuale modello di sviluppo che ogni giorno di più rivela la sua insostenibiltà in un mondo in cui, attraverso social, “like”, influencer e pubblicità si punta a creare consumatori in batteria e la “sostenibilità” viene spesso addirittura utilizzata per creare nuovi bisogni, certamente non calibrati per soddisfare le vere esigenze dell'uomo e dell'ambiente ma, come sempre, per procurare a pochi il massimo del profitto. Magari con una spolverata di verde che non guasta mai e rende tutto “sostenibile”. ...Sulla base di dati dell'Unione europea l'incenerimento dei rifiuti, anche in assetto cogenerativo con produzione di elettricità e di calore, registra emissioni di CO2 superiori addirittura ad una turbogas a metano, ovvero 625/500 g per kWh prodotto (energia e calore) rispetto a 365 per il metano".

Ma secondo quel tale di Rignano sarebbe "fondamentale dire di SÌ [sic, e pretende pure, tra le altre cose, di essere uno scrittore!] ai termovalorizzatori, cominciando da quello di Roma"... prendendo ad esempio Brescia!

E il termovalorizzatore di Brescia dovrebbe essere un esempio da replicare a Roma e in tutta Italia:

Evidentemente, per il tale di Rignano, per lui ed il suo nuovo partner commerciale Carlo Calenda, non è ancora conveniente investire in raccolta  differenziata. E allora sì agli inceneritori... nonostante tutto.