Nella serata di martedì, si è riunita la Giunta per le immunità per discutere la richiesta del senatore Matteo Renzi di farsi scudo delle sue prerogative parlamentari nell'inchiesta sulla fondazione Open, in cui è indagato.

Secondo la relatrice, la berlusconiana Fiammetta Modena, per due messaggi WhatsApp del 3 e 4 giugno 2018 tra Renzi, all'epoca senatore, e l'imprenditore Vincenzo Manes, vi sarebbe stata da parte dei magistrati di Firenze una violazione dell'articolo 68, per il quale nessun parlamentare può essere sottoposto, senza autorizzazione della Camera di appartenenza, a sequestro della corrispondenza.

Sulla vicenda, il senatore di Italia Viva Giuseppe Cucca ha chiesto che venga ascoltato Matteo Renzi. La Giunta ha approvato quasi all'unanimità la richiesta e il leader di Italia Viva sarà sentito mercoledì 24 novembre alle 16.

Però, per l'ex pm Pietro Grasso, la Giunta di cui è un membro non avrebbe competenze sull'inchiesta. Il perché lo ha detto al Fatto, spiegando i motivi della pregiudiziale da lui presentata durante la riunione:

"La pregiudiziale viene fuori dalla legge attuativa dell'articolo 68 della Costituzione. Io chiedevo di bloccare la procedura in Giunta e chiedere al procuratore della Repubblica di Firenze, Giuseppe Creazzo, intanto se intende utilizzare i messaggi Whatsapp che sono frutto non di un'intercettazione, ma del sequestro del telefono di Vincenzo Manes [ex consulente pro bono di Renzi ai tempi di palazzo Chigi e tra i maggiori finanziatori della fondazione Open, ndr], il cui contenuto è stato poi trascritto e utilizzato. Contro questo sequestro è stato fatto un ricorso al Tribunale del Riesame che pare l'abbia confermato. Quindi è un sequestro fatto nei confronti di una persona che non è parlamentare. Come valuto la bocciatura della mia pregiudiziale? Un dispregio della legge perché io ho citato la legge". 

Va ricordato infine che l'esito del voto della Giunta è dato per scontato a favore di Renzi anche per uno scambio di natura politica che vede Forza Italia e Italia Viva ormai sempre più vicini ad un accordo nazionale, dopo quelli avvenuti a livello locale, a partire dalla Sicilia.