Qualcuno lo descrive come un atto epocale, che tutti, soprattutto il mondo della cristianità, aspettavano da tempo.

E' diventato uno degli argomenti di discussione principale a Cracovia, dove si stanno svolgendo le Giornate della Gioventù e dove attualmente è anche il Papa.

A mio avviso, finalmente qualcuno sta usando la testa, evitando gli inutili proclami e soprattutto sfuggendo al sordido complotto della strumentalizzazione.

Nel Corano come nel Vangelo, non esistono riferimenti ad una improbabile Guerra Santa, e mi stupisco ogni volta che - a giustificazione di un atto vile come un attentato terroristico - sia la religione ad essere tirata in ballo.

Del resto, le Crociate insegnano: la nostra pochezza, unita alla smisurata sete di potere che abbiamo, non può palesarsi in tutta la sua cruda nudità: è necessario camuffarla, forse nell'intento di renderla più accettabile, con un abito indiscutibile, che ne ratifichi la validità.

Perchè stupirsi e acclamare allo straordinario se qualcuno finalmente alza la testa, sbatte le palpebre e lascia fuoriscire la domanda che oggi tutti (ma proprio tutti) si stanno ponendo: ma che cavolo sta succedendo?

Se gli Imam francesi hanno finalmente squarciato un velo, riconoscendo che di qualsiasi Dio si voglia parlare, le differenze non possono e non devono innescare processi di dominio gli uni sugli altri, nè tantomeno suggellare una pulizia etnica e gli interessi economici derivanti...

Ecco, se tutto questo accade, ben venga, era l'ora!

Peccato ci siano voluti tanti morti.