L'Arabia Saudita ha ammesso che gli attacchi subiti sabato ad opera dei ribelli Houthi che hanno colpito i primi due impianti petroliferi del Paese hanno dimezzato la sua produzione di greggio a 5,7 milioni di barili al giorno, interrompendone pertanto il 5% della fornitura mondiale.

I tre quarti della produzione di petrolio di Aramco, la società statale che gestisce gli impianti sauditi e maggior produttore al mondo, è destinata al mercato asiatico.

E proprio quando apriranno i mercati in Asia, i primi ad iniziare le contrattazioni, sapremo se quanto accaduto influenzerà o meno il prezzo del barile di petrolio che venerdì si aggirava intorno ai 60 dollari.


Sul piano delle relazioni internazionali, il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha accusato l'Iran della responsabilità degli attacchi agli impianti sauditi, pur non fornendo prove specifiche a sostegno delle sue accuse.

Il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha risposto che "incolpare l'Iran non porrà fine al disastro" nello Yemen.