Il fucile è un arma da fuoco portatile che consiste in una canna lunga, dotata di un sistema di sparo e di accensione e di un congegno di mira, montata su una cassa-calcio di legno o di plastica.
Il nome deriva da "focile", acciarino a pietra focaia. I primi fucili, comparsi alla metà del XVII secolo, avevano questo sistema di accensione. I fucili a pietra militari erano lunghi circa un metro e mezzo senza la baionetta, avevano canna liscia di calibro tra i 17 e i 20 mm ed erano ad avancarica. Il tiro utile contro truppe ammassate non superava i 200 m.
Tipici fucili a pietra furono il Brown Bess britannico e il modello 1777 francese. La cadenza di tiro era di 2 colpi al minuto, che diminuiva notevolmente nei fucili a canna rigata, detti Kentucky, usati dai coloni nord americani contro gli inglesi.
Verso il 1840 gli eserciti adottarono il fucile a percussione, sempre ad avancarica e a canna liscia. L'accensione era data dal cane che batteva una capsula (innesco) posta sopra un luminello, tubicino comunicante con la carica all'interno della camera di scoppio.
Dopo il 1850 si affermarono i fucili rigati, sempre a percussione e ad avancarica, grazie all'uso di proiettili che non dovevano essere forzati dentro la rigatura durante il caricamento, ma che si espandevano per effetto dei gas di sparo. Fino a quel momento si era ricorso a elementi della canna (stelo) sui cui la palla era espansa a colpi di bacchetta.
Col fucile rigato la gittata fu più che raddoppiata. Nonostante sporadiche comparse, il fucile a retrocarica si affermò solo dopo tale conflitto in tutti i paesi, salvo in Germania, dove il fucile ad aglo di Dreyse era stato adottato fin dal 1841. Questa era una arma a otturatore a catenaccio, cioè girevole-scorrevole. L'ago perforava la cartuccia fino a colpire e accendere l'innesco posto dietro la palla.
Analoghi erano il Chassepot francese e il Carcano italiano.
Dopo il 1870 nacquero i fucili monocolpo di disegno originale, ma già nel 1869 era comparso il fucile a ripetizione Vetterli svizzero, con sebatoio tubolare.
I fucili a ripetizione da fanteria si affermarono solamente dopo il 1880, per lo più trasformazioni con serbatoio tubolare si armi precedenti. Il Vetterli-Vitali modello 1870-87 era invece a serbatoio verticale, caricabile simultaneamente con un pacchetto di quattro cartucce. I serbatoi tubolari dovevano essere caricati colpo per colpo.
Il calibro, sceso a 13,9-17,5 mm con i fucili ad avancarica rigati, si era ridotto a 10-12 mm con quelli a retrocarica originali. Un ulteriore riduzione si ebbe nel 1886 con il modello Lebel francese. Ancora a serbatoio tubolare, era il primo fucile a polvere infume e la maggiore velocità ottenuta consentì di abbassare il calibro a 8 mm.
Dal 1889 si affermò il tipo di fucile che non avrebbe subito grandi mutamenti fino alla II guerra mondiale: otturatore girevole-scorrevole o scorrevole, caricatore di 5, 6, 10 colpi caricabile simultaneamente con apcchetti di cartucce, peso intorno ai 4 kg, calibro variante fra i 6,5 e gli 8 mm, tiro utile contro uomini singoli di 300 m senza cannocchiale e di 600 m con cannocchiale.
Esperimenti con fucili semiautomatici, cioè azionati dai gas di sparo, risalgono alla fine del XIX secolo, ma tali armi videro vasto impiego durante la II guerra mondiale limitatamente agli eserciti statunitense, sovietico e tedesco. Dopo il 1950 si diffusero i fucili di assalto. Dopo il 1960 si affermò in Occidente il fucile di piccolo calibro (5,6 mm) ad altissima velocità iniziale (980 m/sec) che produce ferite molto laceranti.