Clamoroso colpo di scena in Germania. Friedrich Merz, leader dei democristiani tedeschi (CDU/CSU), non è riuscito a ottenere i voti necessari dalla maggioranza del Bundestag per essere eletto cancelliere, nonostante la sua coalizione avesse teoricamente i numeri per sostenerlo. È la prima volta dal 1949 che un candidato alla cancelleria non riesce ad ottenere i voti per essere eletto al primo turno.

Merz aveva bisogno di almeno 316 voti su 630 per ottenere la maggioranza assoluta. Ne ha ottenuti 310. La notizia è che 18 parlamentari che avrebbero dovuto sostenerlo gli hanno voltato le spalle. Un fallimento politico su tutta la linea, che solleva interrogativi pesanti sulla tenuta della coalizione da poco formata con il centro-sinistra.

La votazione, che doveva sancire il passaggio ufficiale di consegne dopo la fine del governo Scholz, si è trasformata in una figuraccia storica. Nonostante l'accordo siglato solo lunedì con i socialdemocratici della SPD, qualcosa è evidentemente andato storto. Il voto segreto ha rivelato un'insidiosa crepa interna alla coalizione che Merz avrebbe dovuto guidare: ora l'intero accordo è a rischio.

L'umiliazione per Merz è stata resa ancor più pesante dalla presenza in aula dell'ex cancelliera Angela Merkel e dal "clima" cerimoniale che aveva assunto l'evento. Si pensava fosse solo una formalità. Non è stato così.

La SPD, alleata riluttante in questa nuova fase politica, è in evidente difficoltà interna. Il suo crollo alle elezioni — dove è finita al terzo posto con il peggior risultato del dopoguerra — ha lasciato un partito diviso e pieno di malcontenti. Alcuni dei suoi parlamentari potrebbero aver deciso di affondare Merz per sabotare un'alleanza mal digerita.

Ma non è neppure da escludere l'ipotesi opposta. Potrebbero essere stati alcuni dei parlamentari democristiani ad aver voluto sabotare l'accordo per spingere la formazione di una nuova coalizione di governo che comprenda i neonazisti dell'AfD al posto dei socialisti.

L'AfD, tra l'altro, non ha perso tempo a capitalizzare il caos politico che si è creato. Alice Weidel, co-leader del partito, ha attaccato duramente la coalizione definendola che ha accusato di esser stata sfiduciata dagli elettori e costruita su fondamenta deboli. Con il 20,8% dei voti ottenuti alle ultime politiche, l'AfD è emersa come seconda forza politica del Paese e ora osserva da spettatrice compiaciuta il collasso delle forze tradizionali.

A peggiorare il quadro, l'incertezza economica: se è vero che l'economia tedesca è tornata a crescere nei primi mesi del 2025, restano gravi preoccupazioni per le esportazioni, messe a rischio dai dazi statunitensi. Merz aveva promesso rilancio economico e stabilità politica; per ora, ha ottenuto l'esatto contrario.

Il Bundestag vota tre volte per eleggere il cancelliere, per le prime due votazioni serve la maggioranza assoluta, alla terza viene eletto cancelliere chi ha più voti. Quindi la designazione di Merz avverrà comunque, ma quei 6 voti in meno hanno un significato politico rilevante.

Ora si apre una finestra di 14 giorni durante la quale il Bundestag potrà votare nuovamente Merz o un altro candidato. Il danno di immagine è però difficilmente cancellabile, perché la sua credibilità è stata gravemente compromessa. Il Bundestag vota tre volte per eleggere il cancelliere, per le prime due votazioni serve la maggioranza assoluta, alla terza viene eletto cancelliere chi ha più voti.

Il fallimento di Merz non è solo una crisi interna, ma una scossa a tutta l'architettura politica europea. In un momento in cui l'Unione Europea affronta sfide cruciali — dalla sicurezza energetica alla politica industriale, passando per la gestione delle relazioni con Stati Uniti e Cina — l'instabilità della maggiore economia del continente è l'ultima cosa di cui Bruxelles aveva bisogno. Se la crisi politica dovesse protrarsi, Berlino rischia di perdere peso nelle dinamiche decisionali europee, lasciando ancor più spazio alla Francia di Macron. Inoltre, il rafforzamento dell'AfD in un clima di caos istituzionale è un segnale preoccupante per tutti quei governi che confidano ancora nella tenuta dell'asse moderato europeo. Se la Germania non riuscirà a formare rapidamente un nuovo governo, l'intero equilibrio continentale potrebbe incrinarsi.


Aggiornamento

Dopo una giornata segnata da tensioni, incertezze e polemiche, nel pomeriggio Friedrich Merz è stato eletto nuovo cancelliere della Germania. Il leader della CDU (Christlich Demokratische Union Deutschlands) ha ottenuto la fiducia del Bundestag alla seconda votazione, superando di misura la soglia necessaria con 325 voti. Poiché la coalizione che lo sostiene (che comprende i socialisti) dispone di 328 seggi, tre parlamentari hanno deciso di non votarlo.

La nomina arriva a due mesi e mezzo dalle elezioni legislative, dopo settimane di trattative politiche che hanno messo a dura prova la tenuta della coalizione. Il successo, seppur arrivato con fatica, rappresenta un passaggio cruciale per Merz, che ora dovrà affrontare il compito di guidare un governo con equilibri politici già più che fragili.

Il prossimo passo formale sarà la consegna del certificato di nomina da parte del presidente federale Frank-Walter Steinmeier presso il Palazzo Bellevue. Solo dopo questo atto Merz potrà essere ufficialmente insediato come cancelliere. Seguirà il giuramento al Bundestag, lo stesso giorno in cui presteranno giuramento anche i 17 ministri del nuovo governo federale.

L'inizio del mandato di Merz, dunque, parte con un segnale di fragilità politica. Quanto durerà la coesione della sua maggioranza resta un'incognita concreta.