La nostra vita è fatta di incontri, i nostri momenti del presente, ed i nostri momenti del passato, nel porgersi alle giornate che gli conferiscono onore, formano costantemente nuove idee per il futuro dei popoli. Esistono, allora, uomini vivi nell'animo e uomini spenti nell’animo, questi ultimi, impiegano difficoltà ad operare quel confronto opportuno e funzionale alla maturazione della collettività, con l’auspicio , magari, di fornire rimedio ai conflitti che possono nascere durante la formazione e il vissuto della nostra specie.

Esistono alcune ideologie al mondo che a scapito del mero e poco sostanziale materialismo consumista, vantano di radici filosofiche puramente essenzialiste; qui mi sembra giusto ricordare la ben affermata dottrina di matrice platonica, il quale contenuto prevedeva un elogio al dominio dell’intelletto.

Voleva essere questo elogio, probabilmente, una proposta in veste di soluzione a quello che poteva diventare un problema delle società di rendere troppa gerarchia ai rapporti interpersonali e sociali.

Oggi, è necessario riflettere, in quanto, i nostri ambienti, i nostri spazi, inconsapevolmente, finiscono per essere il risultato di una corsa irrazionale, in quanto, esistono una serie di consuetudini , radicate, che non consentono di razionalizzare se noi stessi od i nostri cari siano realmente condizionati da possibili meccanismi che concludono effetti atrofizzanti, meccanismi che non consentono di maturare l’amore verso se stessi, amore che non vuole essere riferimento all’amore egoico di matrice narcisista, ma associo la riflessione per una possibile armonia tra le persone, esistente in quanto ricca di esperienza di amore terreno.

Di fitta sostanza , quindi, il divario tra l’essere un popolo fatto di individui che scoprono l’amore e preziosità in se stessi, quindi, individui che amano l’altrui, e quello che invece viene predicato in maniera subliminale da alcuni flussi mediatici, che configurano quello attuale come sistema economico neoliberista, un modo di fare, a conti fatti, irrazionale,che ha fatto oscillare tra alti e bassi il debito pubblico nazionale, senza trovare una coerente stabilità, con gli effetti della crisi 2008, quindi il post periodo, ha creato le condizioni per lasciare che questa irrazionalità permanesse, senza alcuna forma di spazio per una autonoma risoluzione.

Il suddetto modo di fare, non si sa ancora se risultato anche della struttura pluralista della economia che la costituzione pone in risalto, configurandola come sistema di attori pubblici e privati, ma, sta di fatto che se la sensazione di una grande fetta della popolazione, è spesso quella di ritrovarsi a confliggere con i servizi dei settori pubblici, la logica pare quella storica e mai morta, ovvero, la ragione del divide et impera( a tale riguardo reputo saggia la risposta del noto conduttore Paolo Bonolis, ideatore di Ciao Darwin, al dibattito nella trasmissione televisiva di Maurizio Costanzo Show, a tema “Paolo Bonolis contro tutti”, nel lontano 2002, ad un Alessandro Cecchi Paone, che considerava la trasmissione ideata dal conduttore come dotata di una matrice di volgarità; sottile il contraccolpo di Bonolis, il quale, con una ironica ricostruzione etica, affermava che Darwin era nato con lo scopo di inibire e dissolvere la menzogna del quotidiano fatto di dualità e di fazioni contrapposte, effetto, secondo sua opinione del suddetto principio immortale del dominio sui popoli).

Come quindi assunto dalla suddetta esemplificazione, la locuzione(divide et impera), richiama il modo di fare tipico di un individuo, o di un piccolo gruppo di individui che che realizza il dominio sui popoli; si è reso manifesto inoltre in periodo romano, ed assoluto anche all’operato di Luigi XI di Francia. 

Con tale, voglio esemplificare che questa è la logica che viene applicata e che costruisce i rapporti nell’attuale sistema economico di impronta neoliberista, che operando ad una diversa velocità, nelle due rispettive aree geografiche nord e sud della penisola italiana, definisce ed aggrava ulteriormente gli effetti ritardanti alla realizzazione di una Italia non soltanto simbolicamente unificata, ma anche sostanzialmente unificata.

Una conferma anche da Sara Cunial, portavoce alla Camera dei Deputati, in un suo post dal suo profilo social Facebook, di qualche giorno fa , nel quale definisce , la società neoliberista, come una “società governata dal mercato e modellata da forze di potere e ingiustizia, fondata su una visione hobbesiana dell’essere umano, di competizione e fatta di egoismo ed opportunismo, invece che di collaborazione e solidarietà”.

Insomma, per produrre e distribuire senso critico, per alleviare quelli che potrebbero essere considerati effetti collaterali di quella che negli ultimi periodi viene considerata dittatura finanziaria, non bisogna dimenticare, uno dei principi regolatori del Mondo, il principio della verità delle cose, che nel Vangelo di Giovanni(8-31,32), prende forma nel messaggio che Gesù offre ai Giudei, dal quale prolifera il principio secondo il quale la comprensione della verità rende liberi.

E’ giusto quindi, il suggerimento reciproco, ai fini della applicazione del sopracitato messaggio, e per produrre inoltre la soluzione alle angosce e le ingiustizie che regolano i mali dello stato d’animo generale. E’ giusto , portare a verità, quello che la opinione pubblica, a volte inerte, giustifica con falsi miti mondani, ma ciò che si vorrebbe realizzare, non è certo un conflitto tra popoli ed etnie, o per rimanere in tema Italia, tra aree geografiche, ma il complesso delle cose, la coscienza, chiedono che venga attuata una rivoluzione dello spirito dell’uomo, ma non in logica della separazione, e qui voglio ricordare il termine “anicca”, dal buddismo, che in armonia con la scienza contemporanea, e poco prima di Einstein, vuole significare che il tutto non ha durata, e l’essere diventa il divenire; il tutto è un flusso e si muove (da Budda e il suo glorioso mondo, C.Coccioli,1990). Allora, in questa logica, non esiste separazione, non esistono nord e sud, non esistono diversità, esistono modi di fluire a diverse intensità, ma ciò non toglie che i diversi modi di fluire possano mettersi in relazione e comunicare, magari, con gli attuali strumenti del dialogo e della mediazione.