Ciao Francesca, grazie per aver accettato l’invito.
Come e quando è nata la tua passione per la scrittura?
La passione per la scrittura nasce come una propensione naturale da quando ero bambina. Le maestre portavano in giro i miei temi per la scuola. Scrivere mi veniva naturale. A dieci anni scrivevo già piccoli racconti che leggevo alla mia nonna acquisita che abitava qualche piano sotto a noi.
Quali consigli daresti a chi vuole approcciarsi al mondo della scrittura?
Fabrizio De Andrè cantava “ si sa che la gente da buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio… si sa che la gente da buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio.” Detto questo, ai giovani che si approcciano alla scrittura suggerirei di trovare prima un lavoro per mantenersi ( io non l’ho fatto). Poi mi sentirei di dire di scrivere in maniera viscerale, seguendo il flusso, senza mai scendere a compromessi perché non si può piacere a tutti e non si può arrivare a tutti, tanto vale, rimanere fedeli a se stessi, sempre.
Sei a favore del Self?
Il self è una possibilità tra le tante che oggi può scegliere chi scrive. O si trova un editore col quale si è in sintonia, o tanto vale provare a viaggiare da soli.
Quali autori ti hanno ispirato?
Parlando dei classici, in adolescenza ero legata a Pavese. La mia musa è stata tuttavia Oriana Fallaci, adoro il suo stile, la scrittura netta, cruda, appunto viscerale e senza fronzoli. Altre due autrici che amo sono La Mazzantini e La Serrano.
Scriveresti mai a quattro mani un libro?
Perché no! Potrebbe essere una bella esperienza, purché ognuno curi la sua parte, non potrei mai firmare qualcosa che non ho scritto io
Come è nato il tuo libro?
Siamo solo maschere in cerca di un volto nasce dalla raccolta di racconti scritti in diversi momenti della mia vita, accomunati dal tema della ricerca dell’identità.
A quale genere letterario appartiene?
Benedetto Croce sosteneva che quella dei generi è una invenzione letteraria che serve per catalogare. Io non amo le etichette, ma se proprio devo, direi che il mio è un libro introspettivo che tratta temi di natura psicologica e pedagogica
I protagonisti sono stati inventati da te o sono personaggi reali?
Nella introduzione utilizzo il termine “Fantarealtà” perché i miei personaggi sono frutto della mia mente, ma sono ispirati a quanto io ho assorbito e subito dalla realtà che mi circonda.
Quanto “Francesca” c’è all’interno del tuo libro?
Io penso che anche nei racconti più fantasiosi, ci sia sempre qualcosa dell’autore, nel mio caso c’è molto. In ogni personaggio c’è un po' di me, di ciò che sono stata, di ciò che avrei potuto essere
Progetti futuri?
Penso che scriverò qualcosa che sia ancora più personale, credo un memoir. Voglio raccontare di una parte di me che molti non conoscono. Non dico altro, per ora rimane un’idea.