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Archiviata la riforma del processo penale sulle prossime scelte del Governo potremo capire cosa sarà il nuovo Movimento 5 Stelle

Martedì alla Camera si terrà il voto finale (proforma) sulla Riforma del processo penale, a partire dalle ore 19 con le dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e il voto finale sul provvedimento. La notte scorsa, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione degli articoli 1 e 2 che costituiscono il provvedimento.

Questo l'esito del voto con cui i due articoli sono stati approvati alla Camera:

Articolo 1:

  • Presenti: 518
  • Votanti: 517
  • Astenuti: 1
  • Maggioranza: 259
  • Hanno risposto sì: 462
  • Hanno risposto no: 55


Articolo 2:

  • Presenti: 505
  • Votanti: 504
  • Astenuti: 1
  • Maggioranza: 253
  • Hanno risposto sì: 458
  • Hanno risposto no: 46


«Una riforma che archivia Bonafede e "il fine processo mai". Il cambio di passo c'è stato. Oggi l'Italia, grazie al governo Draghi, torna garantista e Italia Viva conferma il voto favorevole alla questione di fiducia».

Questo è stato il commento alla nuova legge della renziana Lucia Annibali. 

Opposto il parere del quasi neocapo politico dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, espresso in una intervista a La Stampa.


«Essere in questo governo ci ha permesso di apportare dei miglioramenti significativi per tutti gli italiani. Senza di noi non ci sarebbero stati. Con il presidente  Draghi e con la ministra Marta Cartabia siamo stati chiari sin dall’inizio: il disegno originario della riforma, come evidenziato dai più autorevoli addetti ai  lavori, avrebbe provocato un collasso della giustizia penale. E noi non potevamo permetterlo.  ...
Faccio presente che, di fronte a un blocco di forze politiche che ha fortemente contrastato i nostri interventi migliorativi, a partire dalla Lega che pubblicamente sostiene la lotta alla mafia e poi ha tentato di boicottarci in tutti i modi, abbiamo ottenuto importanti modifiche: un regime transitorio che introduce tempi più lunghi per i processi fino a dicembre 2024, un comitato tecnico-scientifico che monitora l’impatto delle norme e degli investimenti, da qui al 2024 e sollecita al ministro della Giustizia eventuali correttivi. Infine: la possibilità di portare al limite della durata massima tutti i processi su semplice iniziativa del giudicante. ...Quella norma a noi non è piaciuta ma abbiamo ottenuto il suo depotenziamento. Prometto a tutti i cittadini che, se alle prossime elezioni politiche ci daranno ampia fiducia col loro voto, il M5S si farà garante di ulteriori interventi migliorativi, se serviranno. Il principio di legalità, il contrasto alla mafia, alla corruzione e ai reati ambientali sono per noi valori assoluti. ...La valutazione andrebbe ribaltata. Grazie alle nostre osservazioni il governo ha ammesso pubblicamente che servivano importanti miglioramenti sul testo originario e si è predisposto ad attuarli. ...Diciamo che in quel momento non c’era una leadership chiara e riconosciuta con cui il premier e gli altri partiti potevano interloquire. La nostra forza in questa trattativa è stata che non abbiamo fatto valere bandierine ideologiche ma l’interesse generale. ...Guardi che è improprio parlare di riforma Cartabia. Perché per buoni due terzi resta la riforma di Bonafede che, contrariamente alle polemiche strumentali, ha sempre avuto l’obiettivo di rendere più efficiente la giustizia penale, assicurando tutte le tutele costituzionali agli imputati. Resta in piedi, infatti, il poderoso piano di assunzioni, mai concepito prima di Bonafede. Sono questi gli strumenti più efficaci per velocizzare i processi. Per il resto, come ho già detto, non è esattamente la riforma che avremmo fatto se fossimo stati da soli».

Per il futuro il Movimento 5 Stelle sarà così accomodante tanto quanto lo è stato sulla riforma della Giustizia, anche in relazioni alle dichiarazioni di Renzi e Salvini che hanno detto di voler abolire il reddito di cittadinanza? A questa domanda Conte ha risposto così:

«Mettiamola così: sulla giustizia ci siamo fatti trovare forse un po’ impreparati, perché eravamo in piena transizione e non siamo riusciti a esprimere chiarezza di posizioni. Sul Reddito non ripeteremo lo stesso errore, perché non permetterò nemmeno che si arrivi a metterlo in discussione. Il Reddito di cittadinanza non si discute, al massimo si migliora».

D'ora in poi, pertanto, potremo valutare quello che sarà il Movimento secondo Giuseppe Conte.

Autore Carlo Airoldi
Categoria Politica
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