La sindrome di Munchausen per procura fu chiamata cosi da Roy Meadow nel 1977. Questa malattia psichiatrica ha origine da un barone tedesco vissuto nel XVIII secolo che aveva la tendenza a raccontare gesta inventate solamente per attirare l'attenzione. Per definizione, è un disturbo mentale che affligge i genitori spingendoli ad arrecare un danno fisico ai figli. I bambini "affetti" da questa malattia, manifestano sintomi rari, dei quali non se ne conosce l'origine. Ma dietro queste ricorrenti sintomatologie, si celano i gesti folli del genitore, il quale provoca volontariamente sintomi o simula l'esistenza di problemi nel figlio.
Il tutto avviene con un unico scopo: attirare l'attenzione su di sé. Il genitore si prende cura del figlio in maniera eccessiva, con una forte dedizione, solamente poi per essere quasi idolatrato agli occhi di chi osserva e ammira il suo impegno quotidiano. Questa malattia si sviluppa sin da quando il bambino è molto piccolo: il genitore inizia a somministrargli farmaci che, appositamente, genereranno i sintomi nel figlio. Da qui dunque, inizia un circolo vizioso senza fine. Il genitore ottiene il suo obiettivo: il bambino avrà sempre bisogno della figura genitoriale , creando così un attaccamento morboso difficile da sradicare.
Ritengo però, che sia importante analizzare la figura del vero malato, ovvero il genitore in questione. Lo stato mentale della madre o del padre che compie questi gesti, è profondamente alterato. Il genitore non ha totale consapevolezza di ciò che fa, principalmente perché giustifica i suoi comportamenti. Lui/lei reputa infatti che questi gesti siano necessari affinché si eviti il distacco madre-figlio, ovvero il taglio metaforico del cordone ombelicale. Il genitore si nutre della malattia del figlio, ne ha costantemente bisogno, proprio perché non riesce ad accettare che, una volta cresciuto, il figlio non sarà più un bambino ed acquisirà la sua indipendenza.
>Analizziamo poi il secondo punto. Le azioni del genitore suscitano una forte compassione nell'osservatore. Il personale sanitario, ma anche altri familiari, ammirano ciecamente i sacrifici della madre/padre che ha dedicato la sua intera vita alla salute del bambino. Ed è qui che il meccanismo si sviluppa: le attenzioni altrui nutrono l'ego del genitore che di conseguenza non potrà farne a meno. Lui/ lei brama costantemente le attenzioni di chi lo circonda e mette a rischio la salute del figlio, solo per poi potersene prendere cura. Infatti il genitore, in genere, ha buone conoscenze mediche ed è ben informato tramite internet, televisione e giornali.
E' chiaro, dunque, che alla base di tutto preesista un disturbo della personalità che affligge il genitore. E' per questo motivo che il trattamento consiste nell'uso di farmaci a seconda del disturbo, associato poi ad una terapia di tipo cognitivo-comportamentale.
Nonostante sia una malattia rara, si contano parecchi casi di cronaca. Tra i più emblematici, vi è il caso di Lisa Hayden-Jhonson, il cui figlio nacque prematuramente nel 2001. Ed è infatti, per questa ragione, che il neonato necessita di cure specifiche tra cui il sondino. Per via delle attenzioni ricevute siccome aveva un figlio malato, la madre sentì ancora di più il bisogno di quella sensazione, dell'ammirazione che vi era negli occhi di chi osservava. Per questo motivo, nonostante il figlio fosse in miglioramento, decise elaboratamente di inventare una malattia fittizia. In un'intervista televisiva ,comunicò che il bambino fosse affetto da una particolare allergia che gli impediva di mangiare, motivo per cui gli fu inserito un sondino nello stomaco tramite una PEG (gastrostomia endoscopica cutanea).Oltre questo, dichiarò anche che il figlio fosse costretto ad usare una sedia a rotelle per via di una paralisi causata da un ictus.
Ovviamente il tutto scaturì una forte attenzione mediatica e, di conseguenza, la realizzazione del desiderio della donna. Vennero fatte donazioni da tutto il mondo, dato che la storia aveva colpito profondamente il pubblico e nessuno avrebbe mai dubitato della veridicità dei fatti. Fin quando poi una pediatra, incuriosita dalla stranezza del caso, decise di fare ricerche più approfondite. Da lì in poi, i sospetti si acuirono e furono richieste ulteriori analisi, e pian piano tutto sembrò più chiaro. Una volta svelato l'elaborato piano, la donna fu arrestata e condannata a 39 mesi di carcere. Tre anni e tre mesi di prigione, però, non basteranno a sanare i danni sia fisici che piscologici arrecati al bambino.
Questo è solo uno dei tanti fatti di cronaca che includono questa malattia. Eppure la domanda è solo una: fino a che punto si può spingere l'essere umano? Questa patologia può essere trovata in chiunque ci circondi, la si può riconoscere in un genitore apparentemente apprensivo che, dietro questo suo atteggiamento protettivo, nasconde una vera e propria malattia. La verità è che la nostra mente è una fonte inesauribile, può essere geniale e crudele allo stesso tempo. Il pensiero che si cela dietro ogni azione è estremamente complesso, assume diverse forme,e delle volte genera gesti atroci che vanno discapito di chi ci circonda.