Da un punto di vista teorico c’è da ammirare chi, imperterrito a testa bassa, segue una certa strada che si è tracciato senza confrontarsi con nessuno sul da farsi perché convinto di essere nel giusto ma, da un altro punto di vista, ed è il lato più importante e in definitiva il più pratico, non si può, in coscienza, fare a meno di biasimarlo quando questo comportamento è perseguito da un amministratore comunale che, irrispettoso dei suoi obblighi verso i propri amministrati, procede a gestire la cosa pubblica, arrogandosi il diritto di gestire la medesima, tenendo un comportamento che taglia nettamente la possibilità di partecipazione dei cittadini alle scelte.

E questo è quello che è successo (e purtroppo sta succedendo) nella nostra città da chi sta gestendo il verde pubblico.

A Perugia si stanno abbattendo alberi sanissimi con criteri del tutto soggettivi da parte di chi, nell’amministrazione comunale, vorrebbe che la cosa andasse secondo la propria volontà e di conseguenza, le aspre proteste di alcune associazioni non si placano e sono l’inoppugnabile dimostrazione che l’assessore Otello Numerini, che è l’esecutore di questa volontà, avvallata dalla giunta del sindaco Andrea Romizi è deciso a proseguire nella sua solitaria corsa. Lo stesso assessore giustifica questa decisione della maggioranza con l’obbiettivo di realizzare una pista ciclo-pedonale che risulterebbe abbastanza pericolosa per chi avrebbe l’intenzione di utilizzarla.

Già di per se questa giustificazione suonerebbe un poco stonata ma se poi la confrontiamo con la realtà; che è quella di un intervento di abbattimento che non solo riguarda la zona in questione ma coinvolge altre zone che centrano ben poco con la pista, si evidenzia, in modo palese, una volontà degli amministratori/politici del Comune, che mira a ben altri obbiettivi molto discutibili in quanto, noi cittadini in generale ed in particolare noi di “Perugia: Social City”, siamo alquanto consapevoli che il taglio, che sia fatto per qualsiasi possibilità che non sia la sicurezza delle persone e degli oggetti (in pratica alberi in cattiva salute pericolosi per una eventuale caduta non voluta) è una assurdità a prescindere.

È indiscutibilmente dimostrato come i nostri spazi verdi pubblici sono male combinati, dai tipi di interventi che mette (o non mette) in atto il Comune, i quali si basano su azioni non adeguate e qualche volta addirittura dannose.

Il verde pubblico ne soffre per due motivi:

1°) per degli interventi sbagliati; come il taglio indiscriminato di piante ancora vigorose mentre altre che dovrebbero essere abbattute per la loro vetustà e pericolosità restano in piedi.

2°) per interventi totalmente assenti; in quanto il verde della città, che tra parchi grandi e piccoli, altre arie verdi e quant’altro, censite un poco di anni fa nel numero di più di 300 spazi, è lasciato a se stesso, senza una minima programmazione di manutenzione che vada aldilà della tagliata dell’erba al momento opportuno, per quanto riguarda gli arredi (panchine, spazi giochi, ecc) e le strutture di sicurezza (staccionate, crinali, ecc) dove, invece, il verde pubblico ha urgente bisogno di una assoluta attenzione per essere messo in condizioni tali che l’uso da parte dei cittadini sia sicuro e fruibile.

Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)