L'ex rallista della squadra Lancia Martini, Andrea Aghini, è  ricoverato in ospedale con fratture alla mandibola, del setto nasale e alle costole dopo essere stato sequestrato nel giardino di casa sua ed essere brutalmente pestato allo scopo di rubare quello che aveva in cassaforte.
Il suo errore? Aver tentato di difendersi.

Ed è dell'altro ieri la notizia che, secondo il vescovo di Roma, il furto è un "comportamento censurabile" e non un "peccato mortale", quasi che la "proprietà privata" sia una forma di "avidità", cioè un vizio.
Persino, se si tratta di un pensionato con una pensione da fame, uno sportivo che conserva i premi ricevuti, un ragazzino che ha lavorato per comprarsi un paio di scarpe alla moda?

Oppure, secondo buon senso, per un anziano truffato dei propri averi, per un adulto rapinato nella propria abitazione, per un ragazzino aggredito per strada, la Giustizia  è mera ed essenziale resilienza e l'unica cosa che desidera è di sapere che il suo carnefice non è in libertà?

Non è una questione né di Destra né di Sinistra, bensì è un fatto di sicurezza personale e sociale dei cittadini che, certamente, sono il primo compito dello Stato, cioè del Parlamento che fa le Leggi.

Ma secondo le leggi del nostro Parlamento accade che - tra attenuanti e “buona condotta” - chi commette lesioni personali, sequestri di persona, danneggiamenti e truffe potrebbe cavarsela con tre mesi di reclusione, magari ai domiciliari, o addirittura con “messa alla prova” ed estinzione del reato … a condizione che la vittima voglia esporsi presentando querela.

Per un furto aggravato potrebbe cavarsela con 1,5 anni di reclusione, per una estorsione con 2,5 anni, per una rapina o per la cessione di sostanze stupefacenti (spaccio) con 3 anni, magari ai domiciliari e sempre ammesso che la vittima presenti querela.

Inoltre, mentre assistiamo (inermi) ad una impennata delle baby gang e dei reati minorili, quando si tratta di minorenni parliamo di pene ben inferiori e per la prima condanna c'è il perdono giudiziale.

Infine, è bene ricordare che la durata media di un processo penale in Italia si aggira sui tre anni, anche se una parte dei procedimenti non si svolgono perché molti reati non vengono querelati oppure sono “messi alla prova”.

Secondo voi, questa situazione (che non riguarda il garantismo) potrebbe indurre una sensazione di impunità in qualche ragazzino che cerca 'soldi facili' o in un qualsiasi delinquente abituale?
Secondo voi, questa situazione (che riguarda la certezza della pena)  potrebbe indurre una sensazione di ingiustizia ed impotenza tra anziani, residenti e minorenni esposti a questi reati?

Secondo voi, è giusto che Filippo Turetta, l'assassino di Claudia Cecchettin, potrebbe cavarsela con una reclusione da dieci a diciotto anni, ridotta tra i 6,7 e i 9 anni per le attenuanti e poi ridotta tra i 5 e i 6,7 anni per buona condotta, se non si riuscisse a dimostrare la sua volontà di uccidere?

Secondo voi,  è giusto che un criminale plurirecidivo possa essere sottoposto ad un aumento da un terzo a metà della pena oppure l'aumento dovrebbe essere obbligatorio?

Secondo voi, porsi queste domande è "censurabile"?
Oppure  i media dovrebbero dibatterne ogni qualvolta riportano di anziani defraudati, residenti riempiti di botte o ragazzini bullizzati?