Prontooo! Me senti? 
Comme chi è? Ah ma'... so io, Ggiorgia.
Ah... è'r telefono che non pija... vabbe'.
No... te volevo fa' ascorta' c'ho detto oggi.
Posso? Allora vado...

"Non è un fatto scontato che oggi, nella sede della Biblioteca del Senato, si discuta di Nazione e Patria. Non è irrilevante che oggi queste idee siano diventate centrali nel dibattito politico, in quello storico, filosofico, giuridico e siano uscite da una marginalità nella quale per decenni erano state relegate. Perché ovviamente considerate, a torto, idee retrograde, reazionarie, obsolete, se non addirittura pericolose a tratti".

Beh? Che ne dichi? Forte, no? E mo sta a senti'r seguito:

“Non è un fatto irrilevante che definirsi patrioti non sia più oggi considerato un appellativo dispregiativo o comunque obsoleto ma un elemento condiviso e rivendicato praticamente da tutte le forze politiche, incluse quelle che in passato lo ritenevano quasi un’infamia”.

Che vor di'? Comme che vor di'? E che nne so. Quel rompic... de Pera... sì 'a cariatide che se da arie da 'ntellettuale pe' guadagna' punti, s'è 'nventato er convegno su'a padria e quarcosa dovevo da spiccica'. Senti 'n po' quest'artra...

“È una grande vittoria e sono orgogliosa del contributo che anche noi abbiamo dato in questa direzione. Perché il mio sogno è vivere in un’Italia nella quale, pur nelle differenze, tutti possano definirsi e agire da patrioti, ovvero da persone che antepongono l’interesse della Nazione all’interesse di parte o di partito”.

E poi...

"Io non ho mai creduto alla tesi della morte della patria. Certo, è senza dubbio che l’idea di patria sia stata in crisi per anni e che sia stata spinta nel cono d’ombra della storia. Ma non è vero che quell’idea era dissolta, non lo è mai stata. Ha invece continuato a fluire nella coscienza del popolo anche inconsapevolmente e adesso è riemersa in superficie con tutta la sua forza, è tornata a manifestarsi alla luce del sole. Spetta ovviamente a noi, però, il compito di alimentare quella coscienza, esserne, in qualche maniera, sorgente di valorizzazione".

Forte no? E senti questa...

"Ho sempre pensato che tanto la Nazione quanto la Patria fossero società naturali, cioè qualcosa che è naturalmente nel cuore degli uomini e dei popoli e prescinde da ogni convenzione. Esattamente com’è una società naturale la famiglia, che non a caso uno dei padri del Risorgimento come Mazzini ha definito la Patria del cuore".

E come so' annata? Bbene, no? Eh!
Cos'è che non ti torna? E diferenze? 
Nooo... quelle so' cose che si dicheno pe' di'...
Se 'st'impuniti de itajani nun fanno quer che dico io, so' caz... per loro!
Ce mancherebbe!

La patria della sora Meloni non si riferisce al legame emotivo e affettivo che un individuo ha con la propria terra natale e pertanto basato sulla cultura, sulla storia, sulle tradizioni, sul senso di appartenenza a una comunità.

La patria della sora Meloni si fonda sul nazionalismo, per enfatizzare la supremazia dell'Italia, cioè degli interessi nazionali del Paese a spese di altri paesi e/o gruppi di persone.

Il suo non è il naziolismo risorgimentale che ogni volta la Meloni cita a sproposito, visto che in quel periodo i "patrioti", quelli veri, erano in cerca di una patria. Il suo nazionalismo è quello del ventennio, il nazionalismo fascista sempre in cerca di un nemico da dare in pasto alla massa per farle credere che i suoi problemi, di volta in volta, fossero creati da questa o quella minoranza, da questa o quella nazione. Ma quando la Meloni non avrà più nemici da spendere, allora gli italiani si accorgeranno di essere improvvisamente diventati i nemici di loro stessi. Solo a quel punto avranno finalmente capito con chi avevano a che fare.