Salute

La proposta del collega Burioni sottoscritta da molti: creare la “MRF” ?

Di Vincenzo Petrosino - Salerno -

Indubbiamente esiste una certa dose della componente X, incognita, per quanto riguarda la famosa ripresa della vita quotidiana.

Sentiamo parlare molto di proposte e schemi da attuare, questa che ha proposto Roberto Burioni, che ho letto mi sembra abbastanza complessa e sotto certi aspetti  anche rischiosa, pur ammettendo di non essere un virologo.

Tra l’altro ogni qual volta si crea una struttura complessa per sopperire ad un problema, si rischia di naufragare nella complessità della cosa creata.  Questa  Mrf, struttura di monitoraggio e risposta flessibile, si fonda su basi discrete, ma devo ammettere che mi sembra un poco eccessiva e complessa da realizzare.

Non credo che, al momento, possa essere la soluzione migliore per gestire la convivenza con la Covid-19, considerando che aumenteranno  le immunità (sperando che siano durature), il caldo  diminuirà la circolazione del virus, la trasmissione tenderà a scendere, la gente manterrà le distanze suggerite e le varie precauzioni e magari  lo stesso virus perderà  un poco della sua forza. 

Al momento, in tutto il mondo centinaia di ricercatori cercano una soluzione che potrebbe anche giungere improvvisa. Dobbiamo essere anche prudentemente  ottimisti.

Ovvio che un vaccino potrebbe darci maggiore tranquillità se non la soluzione a tutto o quasi.

Questa MRF, che in fondo in parte sarebbe già dovuta esistere quale organo pronto ad intervenire in caso di pandemie, in questo momento darebbe a molti l'impressione di uno studio della  popolazione e quella di una  libertà sotto cauzione o con il braccialetto che traccia dove andiamo.  Bisogna trovare la vera soluzione alla malattia, gli sforzi devono andare in quella direzione e sacrificare un poco della libertà e dell'economia.

E' anche vero che in mancanza di cure e risultati sperati qualcosa bisogna purtroppo mettere in campo... magari più soft.

Lascio ai colleghi virologi  il buon senso delle scelte e la soluzione, ma  devo ammettere che temo la costruzione di una macchina come quella proposta da Burioni. Troppo grande e difficilmente controllabile e  gestibile, tra l’altro credo anche molto dispendiosa. 

Forse abbiamo tutti necessità  ancora di una prudente attesa,  monitorando, perché no, una maggiore quantità di popolazione nelle varie regioni dal punto di vista sierologico e attenerci a rigide norme di comportamento.

In realtà  l'MRF è un ORGANISMO al di sopra di molti  che dovrebbe  monitorare costantemente tutta la popolazione.

Un organismo dotato di abbastanza potere e  di moltissimi  soldi per fare test continui e entrare in azione, nel caso di necessità, relazionarsi con i media e prendere decisioni importanti anche e SOPRATTUTTO restrittive sulla popolazione… la vedo realmente una cosa complessa.


Questa. in ogni caso, "la proposta scientifica per riaprire l’Italia, gestendo in modo sicuro la transizione da pandemia a endemia" illustrata da Roberto Burioni:


Per tornare gradualmente alla nostra vita di sempre, proponiamo la creazione di una struttura di monitoraggio e risposta flessibile, MRF, dell’infezione da SARS-CoV-2 e della malattia che ne consegue (COVID-19) e, possibilmente, in futuro, di altre epidemie. Questa nuova struttura, con chiare articolazioni regionali, che prevediamo operare sotto il coordinamento di Protezione Civile (PC) e Ministero della Salute (MinSan) e il supporto tecnico dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dovrà avere le seguenti caratteristiche generali:
 
1) capacità e risorse per poter eseguire un altissimo numero di test (almeno nell’ordine di molte migliaia alla settimana) sia virologici che sierologici nella popolazione generale asintomatica, con rapidissime procedure di autorizzazione da parte del Governo centrale e dai singoli governi regionali, da utilizzare in caso di segnale di attivazione di nuovi focolai epidemici.
 
2) Struttura di sorveglianza centrale potenziata presso l’ISS, che sia responsabile sia dell’analisi dei dati in tempo “quasi-reale”, che della loro presentazione da parte del Ministero della Salute, a frequenza regolare direttamente al Governo, al Parlamento e agli organismi sanitari sovranazionali.
 
3) Rafforzamento della capacità regionale di sorveglianza epidemiologica, sotto forma di centri periferici di monitoraggio a diffusione capillare sul territorio e con messa a punto di sistemi di “epidemic intelligence”, che rilevino precocemente ogni segnale di accensione di focolai epidemici.
 
4) Mandato legale di proporre in modo tempestivo e possibilmente vincolante provvedimenti flessibili in risposta a segnali di ritorno del virus, tra cui forme di isolamento sociale (sospensione di attività, eventi sportivi, scuole, ecc…); gestione di infetti e contatti (implementata anche attraverso l’uso di appropriate tecnologie come smart phones, apps, etc come già sperimentato a Singapore ed in Corea), potenziamento di specifiche strutture sanitarie.
 
5) Condivisione della strategia comunicativa con l’Ordine dei Giornalisti e i maggiori quotidiani a tiratura nazionale, nonché le principali testate radio-televisive pubbliche e private per evitare i danni potenziali sia dell’allarmismo esagerato che della sottovalutazione  facilona o addirittura negazionista (utilizzando anche l’esperienza sul campo nel rapporto medico-paziente).
 
Non sfugge, ovviamente, alla nostra attenzione che un simile ambizioso progetto di struttura di monitoraggio e risposta flessibile (MRF) al rischio di ritorno dell’infezione da SARS-CoV-2, che sia rigorosamente “data-driven”, rappresenti un investimento significativo di risorse, necessarie alla sua rapida implementazione nei prossimi quattro-sei mesi (personale, infrastruttura, test, analisi ecc…**).
 
Allo stesso modo siamo consapevoli che la creazione di questa struttura “MRF” richiederà la definizione circostanziata di un perimetro normativo entro il quale operare quanto più possibile in armonia e sinergia con le rilevanti entità politiche, amministrative, sanitarie e tecnico-scientifiche, a livello sia nazionale che loco-regionale.
 
Il rafforzamento del sistema sorveglianza-risposta a livello sanitario dovrà essere accompagnato da un piano complessivo di limitazione del rischio di attivazione di focolai epidemici nei luoghi di lavoro e nel sistema educativo scolastico. Tale piano dovrà prevedere una profonda ristrutturazione delle procedure e delle attività, che dovranno essere ridisegnate al fine di limitare la diffusione di virus respiratori.
 
Mentre una dettagliata valutazione economica e normativa del corrente progetto esula dallo scopo di questa prima esposizione della proposta, riteniamo tuttavia che questo possa essere un ragionevole percorso, dal punto di vista epidemiologico e virologico, per il ritorno alla normalità durante il forzato periodo di convivenza con il coronavirus che – speriamo – sarà quanto prima interrotto dall’arrivo di un vaccino.
 
Roberto Burioni
Professore Ordinario Università Vita e Salute San Raffaele, Milano
Direttore Scientifico Medical Facts
 
Filippo Anelli
Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO)
 
Arnaldo Caruso
Professore Ordinario Università di Brescia
Presidente Società Italiana di Virologia (SIV)
 
Andrea Cossarizza
Professore Ordinario e Vice-Preside di Facoltà, Università di Modena e Reggio Emilia
Presidente International Society for the Advancement of Cytometry (ICAS)
 
Giuliano Grignaschi
Professore Università Statale di Milano
Presidente Research for Life
 
Giovanni Leoni
Vice-Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO)
 
Pier Luigi Lopalco
Professore Ordinario Università di Pisa
Presidente Patto Trasversale per la Scienza
 
Alberto Oliveti
Presidente Ente Nazionale Previdenza e Assistenza Medici (ENPAM)
 
Guido Poli
Professore Ordinario Università Vita e Salute San Raffaele, Milano
 
Silvestro Scotti
Segretario Generale Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG)

Marcello Tavio
Direttore Malattie Infettive Ospedale Torrette di Ancona
Presidente Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali
 
Guido Silvestri
Professore Ordinario e Direttore del Dipartimento di Patologia Emory University, Atlanta
Editor The Journal of Virology



 
Note:
*A questo proposito riteniamo che l’analisi dello status immunologico della popolazione italiana nei confronti di COVID-19 debba essere iniziata il più presto possibile mediante studio sierologici a campione in soggetti asintomatici.

**A questo proposito riteniamo che la succitata struttura “MRF” debba coordinare e supervisionare anche la capacità di produrre e stoccare alte quantità di dispositivi di protezione individuale, in primis mascherine.

Autore Vincenzo Petrosino
Categoria Salute
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