Alle regionali di Lombardia e Lazio, il vincitore vero in entrambi i casi, è stato l'astensionismo. Nel Lazio si è recato a votare il 37,19% degli aventi diritto, in Lombardia il 41,67%. Il dato aggregato mostra che in entrambe le regioni solo 4 elettori su 10, tra domenica e lunedì, si sono disturbati ad andare a votare.

Poiché in entrambi i casi le elezioni si tengono su un unico turno, al di là di conoscere l'esatta percentuale dei voti ottenuti, già adesso si può dire senza alcun dubbio che i candidati a presidente della destra estrema hanno vinto in entrambe le regioni.

Queste le percentuali provvisorie del Lazio: Francesco Rocca, 48,15%; Alessio D'Amato, 37,72%; Donatella Bianchi, 11,98%; Sonia Pecorilli, 1,10%. Rocca ha ottenuto un maggior consenso in provincia, addirittura bulgaro tra i camerati Latina, ma è stato il più votato anche nella capitale.

Queste le percentuali provvisorie della Lombardia: Attilio Fontana, 54,99%; Pierfrancesco Majorino, 33,82%; Letizia Moratti, 9,99%; Mara Ghidorzi, 1,20%. In Lombardia stupisce non solo la vittoria di Fontana, ma la percentuale di voti ottenuta, considerando la disastrosa e colpevole incompetenza messa in mostra durante la pandemia, che ha causato un numero enorme di morti nella bergamasca e nelle RSA, senza trascurare i pasticci nella gestione della campagna vaccinale, che ne hanno ritardato il normale svolgimento di alcune settimane.

Per quanto riguarda il risultato dei partiti, è necessario attendere la fine degli scrutini, anche se si può dire che le percentuali in cui si è suddiviso il voto a destra sembra rispecchiare quello delle politiche, mentre per gli altri partiti solo per il Pd si può parlare di un certo risveglio.

Questi i primi commenti dai vari leader...

Giorgia Meloni (che si è data malata per evitare di rispondere sulle dichiarazioni di Berlusconi): Complimenti a Francesco Rocca e Attilio Fontana per la netta vittoria di queste elezioni regionali, sicura che entrambi daranno il massimo per onorare il voto e il mandato ricevuto dai cittadini di Lazio e Lombardia. Un importante e significativo risultato che consolida la compattezza del centrodestra e rafforza il lavoro del Governo.

Matteo Salvini:  Vittoria. Grazie Lombardia. Grazie Lazio. Un messaggio ai lombardi, insieme ad Attilio Fontana: grazie, grazie, grazie! Con il lavoro di squadra si vince sempre. Avanti Lombardia!

Carlo Calenda: Risultati deludenti. Nel Lazio dove eravamo in coalizione e in Lombardia dove eravamo soli. Le Regionali per un partito nuovo/di opinione sono difficilissime. Da domani si accelera su partito unico e si riparte.

Enrico Letta: In un quadro politico per noi particolarmente complicato e con il vento chiaramente contro - ha dichiarato il segretario Pd, Enrico Letta - il Pd ottiene un risultato più che significativo, dimostra il suo sforzo coalizionale e respinge la sfida di M5S e Terzo Polo. Il tentativo ripetuto di sostituirci come forza principale dell'opposizione non è riuscito. L'Opa contro il Pd ha fatto male a chi l'ha tentata. Ci auguriamo che questo risultato dimostri finalmente a M5S e Terzo Polo che l'opposizione va fatta al governo e non al Pd. Il Pd rimane saldamente seconda forza politica e primo partito dell'opposizione.

Giuseppe Conte: "Da parte del Pd c'è molta concentrazione sulla nostra performance. Ascoltare il redivivo Letta rendere dichiarazioni entusiastiche... sembra stappare bottiglie di champagne sulla performance del Pd. Francamente se immaginiamo in particolare il Lazio, dove c'è un candidato indicato da Letta e Calenda che consegnano la Regione al centrodestra, avrei poco da festeggiare".

Elly Schlein: La sconfitta in Lazio e Lombardia è netta, malgrado gli sforzi generosi dei nostri candidati e di chi si è speso per la campagna. Ora bisogna cambiare per davvero, nella visione, nei volti e nel metodo. Solo così si potrà ricostruire un campo progressista e tornare a vincere insieme. L'astensionismo altissimo è una ferita alla democrazia e temo che come a settembre interessi soprattutto le fasce più impoverite, che non trovano più rappresentanza. La destra si unisce e vince nonostante le sue contraddizioni. Noi dobbiamo fare la sinistra, che si batte per chi fa più fatica.

Stefano Bonaccini: La sconfitta di oggi è in continuità con quella delle politiche del 25 settembre scorso, dove un Pd ridotto e un campo progressista diviso regalano un'altra vittoria alla destra, anche quando è in difficoltà. Dobbiamo chiudere questo capitolo e aprirne uno nuovo, dove il Pd torna centrale e attrattivo. Credo che il voto degli iscritti di questi giorni sia già un segnale della voglia di cambiamento e sono convinto che dalle primarie del 26 febbraio verrà un'ulteriore spinta in questa direzione.