Venerdì, Spotify, la nota piattaforma di streaming di brani musicali con 141 milioni di utenti, ha annunciato che dall'inizio del 2020 sospenderà la vendita di spazi pubblicitari di natura politica.

Spotify, seguendo l'esempio di quanto deciso da Twitter già lo scorso ottobre, non consentirà di pubblicare annunci pubblicitari di natura politica fino allo svolgimento delle presidenziali Usa del novembre 2020.

L'azienda ha dichiarato di non poter garantire la veridicità degli annunci politici e di non avere strumenti di valutazione in grado di evitare la pubblicazione di annunci falsi o fuorvianti.

Facebook e Google non sembrano però avere alcuna intenzione di rinunciare agli introiti della pubblicità di natura politica. Facebook, finora, si è limitata a fare dichiarazioni generiche su controlli e qualità degli annunci, a dire il vero poco convincenti anche in relazione al suo coinvolgimento in quanto accaduto nelle elezioni del 2016.

Alphabet, capofila di Google, ha invece dichiarato che avrebbe più dato agli inserzionisti la possibilità di scegliere come target degli annunci politici utenti identificati come interessati ad argomenti di natura politica.