L'Italia detiene il primato europeo per la più alta percentuale di medici anziani in servizio, con un quarto del personale sanitario che ha superato i 65 anni di età. A rivelarlo sono i dati pubblicati oggi da Eurostat relativi al 2022, che evidenziano un fenomeno diffuso in tutta Europa, ma particolarmente marcato nel nostro Paese.
Secondo il rapporto, in Italia il 26,7% dei medici rientra nella fascia di età pari o superiore a 65 anni, seguita da Ungheria (22,4%) ed Estonia (22,3%). Se si considera l’intera categoria dei medici over 55, l’Italia, insieme alla Bulgaria, registra le quote più alte d’Europa.
Nel 2022, in Italia erano attivi 249.869 medici, suddivisi come segue:
- 75 anni e oltre: 5.742 medici
- 65-74 anni: 60.883 medici
- 55-64 anni: 68.095 medici
- 45-54 anni: 42.780 medici
- 35-44 anni: 44.709 medici
- Meno di 35 anni: 27.660 medici
Questi dati sottolineano un progressivo invecchiamento del personale medico, con oltre 130.000 professionisti sopra i 55 anni, un numero che supera abbondantemente la somma delle fasce più giovani.
In Germania, il 36,1% dei medici rientra nella fascia di età tra i 55 e i 64 anni, seguita da Bulgaria (33,9%) e Lettonia (27,4%). Al contrario, Malta emerge come il Paese con la percentuale più alta di giovani medici: il 46,1% del personale ha meno di 35 anni, seguita da Romania (34,6%) e Paesi Bassi (29,7%).
L’invecchiamento della popolazione medica italiana solleva preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema sanitario nel lungo periodo. Con un numero limitato di giovani medici in entrata e un progressivo aumento dei professionisti prossimi alla pensione, il rischio di carenze nella forza lavoro medica è sempre più concreto.
Questo scenario richiede interventi urgenti per incentivare l’accesso alla professione, migliorare le condizioni lavorative e investire nella formazione delle nuove generazioni, garantendo così un ricambio generazionale che possa rispondere alle esigenze del sistema sanitario.