Finora 3 le vittime politiche del coronavirus: sono due Mattei e un Giuseppi
Mentre ancora non è chiaro quante siano effettivamente le vittime reali del coronavirus - cioè le persone purtroppo decedute esclusivamente a causa della Covid-19 che non soffrissero però di patologie pregresse più o meno gravi - sembra invece sempre più evidente chi siano le vittime politiche dell'attuale epidemia, ormai bisogna chiamarla così, che ha colpito l'Italia.
La prima è Matteo Salvini, il presunto grande comunicatore che, in realtà, è solo un grande bluff. Il coronavirus ha confermato come funzionasse la macchina della propaganda leghista.
Salvini, sui suoi profili social, aizzava la folla dei leoni da tastiera, istigata dai suoi bot, contro il "disgraziato di turno" nei confronti del quale era possibile dare sfogo all'indignazione popolare, motivata da frustrazioni personali e giustificata dal fatto che la "vittima di turno" non soddisfacesse - per un motivo o per l'altro - i requisiti del "Salvini pensiero".
Il messaggio veniva poi rimbalzato con le dichiarazioni al riguardo riproposte su siti web, giornali, radio e tv tramite citazioni, dichiarazioni, interviste, conferenze stampa, ecc. Il nome e la presenza di Salvini, in questo modo, finivano per essere costanti e ubique in ogni momento della giornata.
In tal modo il senatore leghista ha costruito la sua fortuna... non certo sui contenuti della sua proposta politica!
Poi, ad un tratto, siti web, giornali, radio e tv hanno scoperto l'esistenza del coronavirus e di Salvini ne hanno dimenticata, quasi, l'esistenza. Il Matteo lombardo ha continuato e in parte continua a prendersela con questo o quell'immigrato, con questo o quel politico... ma inutilmente. Adesso le tv non se lo filano come una volta e già alcuni di quelli che qualche settimana fa pendevano dalle sue labbra adesso dicono "Salvini chi?"
Non è una sensazione, sono i numeri a dirlo. I sondaggi più recenti, quelli dei primi giorni di marzo (Euromedia per Porta a Porta e Istituto Ixè per Carta Bianca) danno la Lega tra il 27% e il 28%, dimostrando che non erano certo i contenuti a sostenere Salvini!
Stesso discorso per l'altro Matteo, quello toscano che, dopo essersi fatto il suo partito, aveva iniziato una campagna di promozione a spese del governo.
L'ultimo argomento che Matteo Renzi aveva utilizzato al riguardo era rappresentato dalla prescrizione che, secondo lui, era un tema al centro delle preoccupazioni del Paese, come se tutti gli italiani avessero babbo e mamma alle prese con processi e nuove inchieste della magistratura.
La prescrizione era l'ultima "questione di principio" che si era inventato Renzi per cercare di mettere in imbarazzo il governo e far propaganda a se stesso e al suo partito. D'altra parte non avendo contenuti politici credibili a qualcosa doveva pure aggrapparsi.
Ma anche in questo caso, come per i migranti di Salvini, a chi diavolo poteva interessare la prescrizione al tempo del coronavirus? A nessuno! E così, gli stessi sondaggi precedenti danno l'Italia di Renzi più morta che Viva, dato che dal misero 5% di cui era accreditata adesso oscilla sotto il 3%, persino dietro alla sinistra radicale!
Delle esequie politiche dei due Mattei non può non far parte anche Giuseppe Conte. Ma non come officiante, bensì come terza vittima. Anche per lui il coronavirus è stato fatale.
Da premier di garanzia a premier di fatto, Conte, nello svolgere il suo incarico, ha sempre pagato il fatto di non essere espressione reale di una forza politica. È vero che è stato "selezionato" dai 5 Stelle, ed è vero che il Movimento lo ha spesso presentato come se fosse "roba sua", ma solo finché è rimasto in vita il governo gialloverde.
Dopo, da Conte1 trasformatosi in Conte2, "Giuseppi" è diventato un vero premier, ma ha perso anche il minimo appoggio che in precedenza i 5 Stelle gli avevano fornito. Per questo, in determinate situazioni, come con l'epidemia da Covid-19, invece di confrontarsi con la politica Conte ha finito per confrontarsi con gli esperti che, guardando come è giusto che sia esclusivamente alla loro bottega, gli hanno fatto fare scelte corrette dal punto di vista scientifico, ma al tempo stesso anche sciagurate dal punto di vista economico. Una terza via forse era possibile.
Così, anche nel suo caso, il coronavirus ha svelato impietosamente le debolezze di Conte e la criticità nel poter ricoprire l'attuale incarico. E se adesso non può essere considerato una vittima di fatto, Conte è sicuramente un morituro a cui tutti mostreranno il pollice verso nel caso l'opinione pubblica, una volta finita l'attuale emergenza, dovesse condannare le scelte di cui già ora viene indicato come unico responsabile.