Ora è di moda parlare di scelte "divisive". 

Pare che la vittoria della destra in queste elezioni, sia esattamente una di quelle.

Si sente di proteste da parte di appartenenti al mondo della cultura e dello spettacolo, di campagna di insulti su internet verso gli esponenti dei partiti di destra e dei loro elettori, di esercenti che rifiutano di "servire" chi sia sospettato di simpatie di destra, insomma monta l'insofferenza di una parte del paese nei riguardi dell'altra parte che ha preferito nelle urne Meloni & C.

Comincia a girare la parola "resistenza" con immancabili ironie sui treni che finalmente ora arriveranno in orario ecc. ecc.

I sostenitori degli allargamenti e dei riconoscimenti dei diritti civili sono giustamente allarmati e sul piede di guerra.

I meno "passionali" e più concreti sui fatti, hanno fondatissime preoccupazioni che per far fronte alle promesse elettorali si ricorra all'aumento del debito pubblico (scostamento di bilancio) con il parallelo aumento della spesa per interessi.

Alcuni interventi un po' precipitosi in campo internazionale non hanno contribuito a rasserenare gli animi.

Non era mai successo e come inizio c'è di che preoccuparsi, perché un paese diviso ovviamente reagisce con più fatica ai problemi gravi e gravissimi che ci aspettano.

Per cui l'incognita è: quanto durerà questo governo?