Cultura e Spettacolo

Storia dell’evangelizzazione del Giappone. I “documenti Marega” della Biblioteca Apostolica Vaticana

Presentato oggi presso la Sala Stampa della Santa Sede il fondo archivistico giapponese intitolato a Mario Marega, conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. I “documenti Marega” della Biblioteca Apostolica Vaticana costituiscono uno dei fondi archivistico i maggiori al mondo (se non il maggiore in assoluto) fuori dal Giappone. Altre istituzioni occidentali vantano ricche collezioni di opere giapponesi, ma si tratta in prevalenza di manufatti artistici.

Mario Marega (1902-1978) fu missionario salesiano. Nato in un paesino vicino a Gorizia, visse la sua infanzia a Trieste, terra di confine e città cosmopolita. A 27 anni (nel 1930), chiese di andare in Giappone. E lì rimase (salvo alcuni brevi periodi di soggiorno in Italia) fino al 1974 e, durante quel lungo soggiorno, si dedicò allo studio e alla scrittura. Tradusse in italiano il Kojiki, il più antico testo mitologico giapponese. Poi si interessò alla storia del cristianesimo in Giappone, raccogliendo documenti, abbandonati nei pressi di edifici feudali diruti o venduti da rigattieri locali. Dopo alterne vicende, nel 1953 Marega riuscì a spedire questi documenti in Italia attraverso l’internunzio apostolico. Dopo una prima sistemazione sommaria nei depositi della Biblioteca Vaticana (alcuni documenti furono immediatamente inseriti nel fondo dei Vaticani estremo-orientali), i documenti vennero dimenticati. 

Furono ritrovati in Biblioteca nel mese di marzo del 2011, ancora con la suddivisione in 21 colli che padre Laurent, scriptor Latinus, aveva dato nel 1964.I documenti conservati nel fondo Marega sono fondamentali per ricostruire le alterne vicende del cristianesimo in Giappone, dall’editto di bando generale (1612) alla fine del periodo Edo (1868). Ma la loro valenza storica va ben al di là di questo quadro. La documentazione prodotta costituisce nel suo complesso un primo, articolato tentativo di censimento demografico della società giapponese in epoca premoderna. Le autorità centrali bandirono il cristianesimo, lasciando alle autorità locali i compiti di sorveglianza. Le autorità feudali e religiose locali ‒ nella fattispecie, il Daimyo (feudatario) di Bungo (oggi Usuki, nella prefettura di Oita) ‒ andarono man mano a costituire ed alimentare archivi di villaggio, attraverso cui l’ammi­nistrazione esercitava un controllo sociale capillare ed esaustivo sulle famiglie dei discendenti dai primi convertiti al cristianesimo, i cui membri vennero monitorati di generazione in genera­zione. Se ne ricava uno spaccato della società feudale vigente in Giappone dall'inizio del XVII, una fonte di informazione preziosa per gli studi storici del Giappone Edo.Il fondo Marega ha una consistenza stimata a più di 14000 documenti conservati in 108 scatole, per una superficie totale di 13.5 metri di scaffalatura. 

Il progetto Marega costituisce un esempio di collaborazione duratura e fruttifera tra la Biblioteca Apostolica Vaticana e diverse istituzioni culturali giapponesi, fra gli altri, in primo luogo, l’Institutes for Research in the Humanities, NIHU; poi l’Historiographical Institute of the University of Tokyo, gli Oita Prefecture Ancient Sages Historical Archives; insieme all’Italian School of East Asian Studies; l’Ateneo Salesiano e infine il Comune di Usuki.

Sin dal primo momento fu subito evidente la necessità di una collaborazione con istituzioni giapponesi che ci aiutassero nel compito di inventariazione e catalogazione di un fondo archivistico così speciale. Attraverso il prof. Silvio Vita, allora Direttore dell’Italian School of East Asian Studies (ISEAS) di Kyoto si sono trovati i contatti con le istituzioni giapponesi, archivi di Stato e archivi locali, università e biblioteche.

Il programma del progetto ha visto una prima fase vaticana di inventariazione ‒ nove sessioni di lavoro, variabili da una a tre settimane, dal 2013 al 2019, con la fondamentale presenza di una nutrita équipe di colleghi giapponesi ‒ e poi restauro e digitalizzazione del fondo; e una fase giapponese di catalogazione della collezione, a partire dalle immagini digitali, che è giunto a compimento.

Autore Carlo Marino
Categoria Cultura e Spettacolo
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