"Non ho mai sentito nessuna organizzazione criticare la decisione di un tribunale. E' davvero grave che la Wada attacchi un giudice della magistratura italiana, forse si sentono superiori alla legge. Le sentenze non si commentano, si rispettano".

Questo quanto dichiarato ieri a Dribbling dal marciatore Alex Schwazer, in risposto al comunicato in cui l'Agenzia mondiale antidoping si dichiarava inorridita che il tribunale di Bolzano avesse scagionato l'atleta altoatesino dall'aver fatto uso di sostanze dopanti.

E sulla sua partecipazione alle prossime olimpiadi di Tokyo, quesyo è ciò che Schwazer ha dichiarato: "Io ci credo e ci ho sempre creduto - afferma il 36enne marciatore italiano - Siamo riusciti a dimostrare la mia innocenza, ora possiamo credere di andare a Tokyo. Io posso allenarmi ma non sta a me a decidere".

L'organizzazione mondiale antidoping si è detta "inorridita per le molteplici accuse, sconsiderate e infondate fatte dal giudice contro l'organizzazione". 

L'ostacolo per le olimpiadi è però rappresentato anche dalla World Athletics, ex Iaaf. Infatti, la federazione mondiale di atletica ha fatto sapere che la sentenza di assoluzione non modificherà la data di fine squalifica per doping che impedisce a Schwazer di poter partecipare a qualsiasi competizione ufficiale non prima del 2024. "Rifiutiamo qualsiasi intento da parte dell'atleta o altre persone di minare o annullare la decisione finale e vincolante del Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) - ha dichiarato la World Athletics in una nota - sulla base di quelle che possono essere descritte solo come teorie di manipolazione inverosimili".