È Barnier il nuovo premier scelto da Macron: il presidente francese ha deciso di ignorare il risultato delle politiche
Dopo cinquantuno giorni dalle dimissioni del precedente ospite, Emmanuel Macron ha deciso di installare all'Hôtel Matignon l'ex negoziatore dell'Ue per la Brexit, nominando Michel Barnier nuovo primo ministro.
Dopo aver scartato gli ultimi nomi in agenda, quelli di Bernard Cazeneuve e Xavier Bertrand, il presidente Macron ha scelto un perfetto sconosciuto per gran parte degli elettori francesi che, oltretutto, ha simpatie di destra, pur essendo membro del partito Les Républicains...
Questo il comunicato stampa con cui l'Eliseo ha reso noto l'incarico affidato a Barnier:
Il Presidente della Repubblica ha nominato Primo Ministro Michel Barnier, incaricandolo di formare un governo di unità al servizio del paese e dei francesi. Questa nomina arriva dopo un ciclo di consultazioni senza precedenti durante il quale, conformemente al suo dovere costituzionale, il Presidente si è assicurato che il Primo Ministro e il futuro governo potessero avere le condizioni per fornire la massima stabilità con una maggioranza la più ampia possibile.
L'alleanza di sinistra ha vinto le elezioni politiche che sono terminate lo scorso luglio, ma Macron non ha voluto affidare l'incarico di formare il governo al candidato di quella coalizione e lo ha scelto tra chi, invece, ha ottenuto meno voti!
Esiste una maggioranza che possa fare a meno della sinistra e consenta a Barnier di governare?
Dopo il primo turno delle politiche a giugno, i dirigenti del NFP annunciano che nei collegi in cui i propri candidati sono arrivati terzi questi ultimi si ritireranno dalla competizione in modo da far convergere i voti degli elettori di sinistra sui partiti di centro o di destra gollista (Ensemble [macroniani, ndr] e Les Républicains), in modo da ostacolare l'avanzata dei neofascisti di Rassemblement National. Dal canto loro, macroniani e repubblicani stentano a ritirare i propri candidati e lo stesso Macron mantiene un atteggiamento ambiguo, rifiutandosi di imporre ai suoi arrivati terzi di desistere in favore della sinistra. La criticità maggiore per le forze di centro e di destra è riuscire ad accantonare la pregiudiziale nei confronti di LFI, tanto che molti macroniani e gollisti si rifiutano di ritirarsi laddove il candidato del NFP fosse di La France Insoumise. Alla fine, il cordone sanitario antifascista conterà 134 desistenze del Nuovo Fronte Popolare, ma solo 82 della coalizione presidenziale e 3 di Les Républicains.
Quindi? Quindi, è molto probabile che "macroniani", repubblicani e neofascisti finiranno per supportare il premier di Macron... nonostante quanto accaduto al secondo turno delle politiche! A confermare tale ipotesi, le prime dichiarazioni del giovane Bardella che ha detto di voler ascoltare ciò che dirà Barnier all'Assemblea Nazionale prima di comunicare se sostenerlo o meno... Figuriamoci!
Per Macron, ammesso che Barnier riesca ad ottenere una maggioranza, i problemi sono almeno due: il primo è rappresentato dal fatto che la maggioranza sarà molto risicata, il secondo è rappresentato dal fatto che la scelta di Barnier, oltre a non tenere conto del risultato elettorale, addirittura finisce per ribaltarlo, consentendo ai neofascisti andare al governo.
Quest'ultimo aspetto ha fatto sì che, non appena venuti a conoscenza della decisione di Macron, sia i politici del centro sinistra, sia i leader di tutte le organizzazioni di rappresentanza che si rifanno a quell'area hanno iniziato a diffondere parole di fuoco. E per Macron non è un bella notizia, perché in Francia le proteste non sono simboliche e inutili come ad esempio in Italia. In Francia, quando qualcuno ritiene di avere un motivo valido per manifestare non si tira indietro e lo fa con molta tenacia.
In questo caso, coloro che inizieranno a farlo - già nel fine settimana con una manifestazione indetta per sabato 7 settembre - non solo saranno decisi, ma saranno anche in molti... e Macron dovrebbe saperlo visto quanto accaduto in passato. E anche per questo, non si comprende quale sia il gioco che Macron stia giocando e a che cosa miri.