Nato nel luglio del 1964 a Cremona, Gianluca Vialli, che nella sua carriera di calciatore, oltre che in nazionale, ha militato in 4 squadre (Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea), è morto quest'oggi in un ospedale londinese dove da un paio di settimane si era fatto ricoverare, come lui stesso aveva annunciato, per l'aggravarsi della malattia, un tumore al pancreas, con cui da tempo stava lottando.
L'ultimo suo incarico, da al novembre 2019, era capo delegazione della nazionale italiana, allenata dall'ex compagno Roberto Mancini. Questo è stato il messaggio di cordoglio con cui la FIGC ha ricordato Vialli:
Quella foto sul prato di Wembley, quell’abbraccio con il Ct Roberto Mancini dopo il gol di Federico Chiesa contro l’Austria negli ottavi di finale dell’Europeo del 2021, sarà una delle immagini di Gianluca Vialli che ci porteremo nel cuore per sempre. Gianluca non ce l’ha fatta, si è spento oggi all’età di 58 anni dopo una lunga malattia, combattuta sempre a testa altissima, con dignità e con tutta la famiglia azzurra a dargli forza in un momento di silenziosa ma enorme sofferenza. Il calcio italiano non piange soltanto il capo delegazione della Nazionale: piange un grande uomo, che prima ancora era stato un grande attaccante e un apprezzato allenatore.La scomparsa di Vialli, che arriva pochi giorni dopo quella di Sinisa Mihajlovic, lascia un vuoto incolmabile in tutta la famiglia del calcio italiano. Per ricordarlo la Federazione ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima di tutte le gare dei campionati di calcio in programma nel prossimo fine settimana. “Sono profondamente addolorato - dichiara il presidente della FIGC Gabriele Gravina - ho sperato fino all’ultimo che riuscisse a compiere un altro miracolo, eppure mi conforta la certezza che quello che ha fatto per il calcio italiano e la maglia azzurra non sarà mai dimenticato. Senza giri di parole: Gianluca era una splendida persona e lascia un vuoto incolmabile, in Nazionale e in tutti coloro che ne hanno apprezzato le straordinarie qualità umane”. Tre settimane fa Vialli aveva annunciato la necessità di sospendere temporaneamente i suoi impegni con la Nazionale per “utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia”.Nato a Cremona il 9 luglio 1964, Vialli iniziò la sua carriera da professionista con la maglia della Cremonese, prima di passare alla Sampdoria nel 1984, dove rimase per otto stagioni vincendo uno Scudetto, tre Coppe Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa delle Coppe, giocando anche una finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona, persa a Wembley (nel 1991 fu anche capocannoniere della Serie A). Poi un’altra gloriosa parentesi alla Juventus, durata quattro anni, con altri cinque trofei: uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una Coppa Uefa e la Champions League conquistata a Roma nel 1996. La carriera da calciatore di Vialli si chiuse nel 1999 dopo tre anni in Inghilterra, al Chelsea, arricchiti da una FA Cup, una Coppa di Lega, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea. E nel Chelsea Vialli ha anche iniziato ad allenare, prima da player-manager, poi solo da tecnico, vincendo una FA Cup e una Charity Shield (ora Community Shield) dopo che tre dei quattro trofei da calciatore con i Blues erano arrivati guidando anche la squadra londinese.Con la maglia della Nazionale maggiore ha totalizzato 59 presenze e 16 reti: debuttò il 16 novembre 1985 nell’amichevole contro la Polonia, venendo convocato dal Ct Enzo Bearzot per giocare il Mondiale del 1986 in Messico, dopo essere stato nella stessa estate capocannoniere dell’Europeo Under 21. Inserito nella rosa dell’Italia per il Mondiale giocato in casa nel 1990 – dopo aver preso parte anche all’Europeo del 1988 – Vialli ha collezionato l’ultima apparizione con la Nazionale il 19 dicembre del 1992, a Malta, in una partita di qualificazione al Mondiale americano del ’94. Ambasciatore del Programma Volontari di UEFA EURO 2020 e protagonista con le sue maglie anche al Museo del Calcio di Coverciano, nel 2015 era stato inserito nella ‘Hall of Fame del calcio italiano’: anche quel giorno assieme a Roberto Mancini, l’amico e compagno di sempre, da Genova a Wembley.
Questo il messaggio di cordoglio del presidente della Lega di Serie A, Lorenzo Casini:
"Con profondo dolore e commozione, la Lega Serie A si stringe alla famiglia di Gianluca Vialli, indiscusso protagonista del calcio italiano e mondiale. Gianluca ha lottato strenuamente, lasciandoci un'indimenticabile lezione di vita, e lo ricorderemo per sempre come uomo che ha affrontato a testa alta una tremenda malattia. Lui, come Sinisa, ha percorso con coraggio un sentiero difficile, fornendo un esempio che è stato di grande aiuto per tutti. Sono stati campioni in campo e fuori".
Così lo ha ricordato la Cremonese, sua prima squadra:
... L’amore tra Vialli e la maglia grigiorossa è antico e senza fine: profondo come gli amori che si coltivano per un’intera vita. Gianluca è entrato a far parte del vivaio grigiorosso quando ancora era giovanissimo e il suo talento l’ha portato a bruciare le tappe. Era il 10 maggio 1981 quando fece il suo esordio in prima squadra, al Tardini, contro il Parma: campionato di Serie C1, allenatore della Cremo, Guido Vincenzi. Quella partita finì 0-0 e Vialli, non ancora 17enne, talento acerbo della formazione Allievi guidata da Mondonico, subentrò a Bresolin al minuto 81. Quell’istante fissa l’inizio della carriera leggendaria dell’attaccante. ... Compie la classica trafila nel vivaio grigiorosso guidato da Pierino Donati, coadiuvato da veri e propri maestri come Babo Nolli, Cesini e Guido Settembrino. Il suo mèntore è però Emiliano Mondonico e, quando nel maggio 1981 Guidone Vincenzi lo fa esordire in prima squadra, gioca ancora insieme a Frittoli e Galbagini, nella squadra Allievi di “Mondo”. Diventerà un cardine di quella Cremonese che, dopo la favolosa salvezza del 1982 e la meravigliosa esperienza culminata con gli sfortunati spareggi di Roma ’83, riporterà la serie A allo Zini dopo oltre mezzo secolo. In campo è svelto e vispo, molto veloce e imprevedibile, piedi buoni e dribbling secco: insomma, non gli manca niente per fare strada nel calcio anche perché testa e determinazione sono quelle giuste, quelle del campione. Con la Cremo mette a segno 23 gol in 107 presenze e, dopo la promozione, passa alla Sampdoria.“Ho avuto la fortuna di conoscere Gianluca - ha detto Paolo Armenia, DG della Cremonese -. Al giorno d’oggi si abusa dell’utilizzo della parola “esempio”, ma tutto quello che ha fatto nella sua vita ne incarna la definizione. Un signore d’altri tempi, capace di affrontare le difficoltà che ha incontrato con una sensibilità che rende ancora più amare e sentite le lacrime che stiamo versando, perché oggi ci lascia una persona fantastica e unica. Il suo ricordo indelebile dev’essere un grande insegnamento per tutti noi, è il modo migliore per onorare la sua memoria”.
Così lo ha ricordato la Sampdoria...
... Non dimenticheremo i tuoi 141 goals, le tue rovesciate, le tue maglie in cashmire, il tuo orecchino, i tuoi capelli biondo platino, il tuo bomber degli Ultras. Ci hai dato tanto, ti abbiamo dato tanto: sì, è stato amore, reciproco, infinito. Un amore che non morirà, oggi, con te. Continueremo ad amarti e adorarti perché – lo sai bene del resto – tu sei meglio di Pelé. E perché, nonostante tutto, la nostra bella stagione è destinata a non finire mai. Continuerà a brillare in quel cielo cerchiato di blu su cui tu, Luca, hai firmato per sempre. «Per chi?». «Per noi!».Alla moglie Cathryn, alle figlie Olivia e Sofia e a tutta la famiglia Vialli le più sentite condoglianze da parte della società.
E questo il cordoglio della Juventus:
Che tristezza infinita, Gianluca. Oggi, 6 gennaio 2023, arriva la notizia che speravamo di non ricevere mai. Ci lascia un campione, anzi, una leggenda, un grande uomo, un pezzo di noi e della nostra storia.Siamo stati con te da sempre, Gianluca: da quando arrivasti nel 1992 e fu amore a prima vista. Eri uno dei primi tasselli di una Juve che sarebbe tornata, proprio con te, in cima all’Europa. Di te abbiamo amato tutto, ma proprio tutto: il tuo sorriso, il tuo essere contemporaneamente campione e leader, in campo e in spogliatoio, il tuo essere adorabilmente guascone, la tua cultura, la tua classe, che dimostrasti fino all’ultimo giorno in bianconero.I nostri momenti più belli di quegli anni portano inevitabilmente a qualcosa che ti racconta: quell’esultanza, alla rimonta completata contro la Fiorentina nel 1994, quando tutto lo stadio era avvolto da un boato e tu no, prendesti la palla e dicesti “andiamola a vincere”. E sappiamo come andò a finire. Quella Coppa, che alzasti al cielo in una notte tiepida di Roma, intervallando con quell’attimo infinito un pianto dirotto che iniziò al momento del rigore decisivo. E quel pianto era il nostro: dolcissimo, inarrestabile.Ma dicevamo: siamo stati con te da sempre, e quindi anche dopo la nostra storia insieme, seguendoti con un sorriso quando portasti un inedito modello italiano in Inghilterra, in campo e fuori, e solo ora si capisce quanto fosti precursore.E poi negli ultimi anni, combattendo con te l’ultima battaglia, commuovendoci con te quando, in forma eccellente, alzavi la Coppa dell’Europeo, guarda caso a Londra, nel 2021. E anche allora, quella Coppa la alzavamo insieme, dopo tanto tempo. Sempre con te abbiamo sofferto, vissuto l’ansia di queste ultime settimane. E di nuovo, alla fine, ci è toccato piangere, ma questa volta non di gioia.Non siamo originali, adesso, nel confessarti che non sappiamo come gestire un mondo senza Gianluca Vialli, sebbene sappiamo che, come siamo stati sempre con te, adesso sarai tu, per sempre, con la tua famiglia, cui rivolgiamo un forte abbraccio, e con noi.Anche se questo non ci consola, almeno non in questo momento.Che dolore, Gianluca.
Anche il Chelsea, di cui è stato anche il tecnico, lo ha celebrato in un lungo articolo in cui ha riassunto la sua esperienza londinese, di cui si riporta un breve estratto:
... It epitomised the sentiment towards a man who had already made himself hugely popular with players and fans alike. Charming, self-effacing and determined, the urbane Vialli’s determination to adopt popular sayings from the English language and the manner in which he embraced London life contributed to that immense likeability. ...
Del cordoglio della politica, invece, ne facciamo volentieri a meno.
Crediti immagine: comunicato Cremonese calcio