di Lucia De Sanctis
È il 6 novembre del 2021, il professor Vincenzo Musacchio, criminologo e esperto di strategie di lotta alla criminalità organizzata, si reca a Termoli, in provincia di Campobasso, per tenere una lezione presso l’IISS “Ettore Majorana” di Termoli. Il titolo dell’incontro è “Mafie e mafiosità”. Prima della lezione viene proiettato un cortometraggio dal titolo “Una vita per la legalità” a cura di alcuni ex detenuti del Carcere minorile Malaspina di Palermo.
È un video toccante e mostra la gran parte delle vittime di mafia dall’Unità d’Italia ai nostri giorni. Alla fine del video il prof. Musacchio comincia il suo monologo incentrato sul tema e parla con profondità della storia di Rita Atria, di don Peppe Diana, di don Pino Puglisi, di Rosario Livatino e infine dell’amore profondo tra Giovanni Falcone e Francesca Morvillo. Quest’ultimo racconto prende molto i ragazzi. Regna un silenzio rispettoso con i ragazzi intenti ad ascoltare.
Quando Musacchio ripete il contenuto di una lettera di Francesca Morvillo a Giovanni Falcone (“Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore. Francesca”) paragonandola come intensità all’amore di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini della Divina Commedia di Dante Alighieri nell’aula cala una atmosfera quasi irreale. Due ragazze e un ragazzo della prima fila di studenti si commuovono e abbassano la testa per non farsi notare quasi provando imbarazzo.
Si sono emozionati perché presi dalla storia e dall’amore tra Giovanni Falcone e Francesca Morvillo. Un amore intenso, romantico ma al tempo stesso professionale. Pensavano di poter trasformare il Paese con la cultura della legalità. Giovanni Falcone e Francesca Morvillo erano uniti anche da questo meraviglioso sogno. A dirlo fu Antonino Caponnetto che dopo la strage di Capaci lo raccontò al prof. Vincenzo Musacchio.
Vedere dei ragazzi commuoversi ci spinge a non perdere mai la speranza nei loro confronti. Le aspettative di un futuro migliore si legano sempre più all’azione dei giovani. Come diceva Paolo Borsellino: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente, misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Oggi a Termoli possiamo dire di avere avuto un barlume di speranza in più.