Subito dopo l’inaugurazione in pompa magna del 28 dicembre, il 2 gennaio ha riaperto il cantiere sul sagrato di fronte alla basilica di San Giovanni in Laterano. Una inaugurazione a metà, perché il cantiere non era mica finito.
I lavori, infatti, non erano stati completati, ma questa inaugurazione – con tanto di apertura della Porta Santa e di autorità a fare passerella – s’aveva da fare, e la si è fatta: l’urgenza di tagliare un nastro ha prevalso sulla realtà delle opere incompiute!
Dal Campidoglio rassicurano: il restyling sarà terminato entro il primo trimestre dell’anno, e la piazza sarà riconsegnata ai romani e ai turisti. Intanto, la porzione interessata dal cantiere rimane inaccessibile e di nuovo transennata, mentre il resto dello spazio resta fruibile, almeno formalmente.
Inevitabile, comunque, il confronto con il ‘pratone’ pre restyling di una delle piazze più belle e più iconiche d’Italia, teatro di mille eventi sociali, artistici e religiosi. Numerosissime le critiche e i commenti scettici sull’intervento di riqualificazione.
Il pezzo forte del restyling? Le fontane a raso, ribattezzate ironicamente dai romani come le «pozzanghere de San Giovanni». Certo, non danno vino come quelle di Marino, e per ora non danno neppure acqua, dopo la figuraccia rimediata all’inaugurazione quando si è tutto allagato, ma chi avrebbe mai pensato che le fontane a Roma servissero per l’acqua? Sono tutte spente!
Scarsissimo entusiasmo anche per la pavimentazione un misto di listoni e sanpietrini che si alterna con ‘striscioni’ di prato: oscilla e traballa tutto sotto i piedi e ci si rende conto con quanta fretta e approssimazione siano stati posati i listoni di travertino all’apparenza anche di scadente qualità.
E per chi era abituato a sostare al cospetto della Basilica concedendosi una pausa di relax, solo posti in piedi perché… abracadabra le panchine di pietra non ci sono più, sono sparite!
Insomma, questo intervento di riqualificazione ha stravolto uno degli spazi più iconici della Capitale, suscitando un mare di polemiche.
Roma, con tutta la sua arte e la sua storia, non ha bisogno di essere stravolta, perché è bella così com’è.
Roma ha soltanto bisogno di essere amata da chi la governa e da chi la abita.
Roma, con il suo patrimonio storico, artistico e culturale unico al mondo, ha semplicemente bisogno di quella ordinaria manutenzione che purtroppo le manca da troppo tempo, più che di grandi interventi che spesso finiscono per alterarne la fisionomia e rubargli l’anima.
Non è un caso che le due storiche aree verdi davanti alla basilica di San Giovanni in Laterano fossero da tempo ridotte ad una landa di terriccio e polvere ad uso di cani, piccioni e gabbiani.
Oggi, aver snaturato la zona antistante la basilica, con l’ennesima colata di calce struzzo e qualche striscia di prato, tanto per lavarsi la coscienza in un pò di green, che, ne siamo certi, diventerà terra bruciata e ricettacolo di sporcizia, non solo è un atto irragionevole, ma profanatore di una delle più belle e storiche piazze d’Italia.
Come spesso si dice nella Capitale, a pensar male forse si fa peccato, ma ci si azzecca. E il timore che, con il passare dei mesi, anche Piazza San Giovanni sarà abbandonata a sé stessa, fagocitata dall’incuria e dal degrado, come molte aree della città eterna, è più che legittimo.