Un pezzo d’Italia se ne va dinanzi a ogni calamità naturale. Si sgretolano tesori d’inestimabile valore, si cancellano in un batter d’occhio le immagini delle piazze e dei borghi più affascinanti, si corre contro il tempo per mettere in salvo manoscritti e antichi volumi. E’ lo scibile antropico a essere messo in discussione ogni volta; certo, la vita umana sopra ogni cosa, ma la perdita del sapere mutila l’esistenza, ne sopprime l’anima ostacolandole l’accesso alla conoscenza. E’ il Museo Piemontese dell’Informatica a subire, questa volta, le scure dell’alluvione che ha colpito nei giorni scorsi il Nord della penisola. L’ente si trova a Moncalieri (TO), paese messo in ginocchio dall’acqua. Il Po non ha lasciato scampo alla cittadina cui tocca fare i conti ora con la ricostruzione, lontano da meccanismi burocratici farraginosi, stando a quanto detto dal Premier Renzi.

Tra i pezzi in mostra, svariati prototipi Apple e un Apple I.

Il MUPIN è uno dei musei informatici più grandi d’Europa, vanta, infatti, una collezione di 20mila volumi e 6mila tra computer, calcolatori, cellulari e stampanti. Dopo la tragedia, il museo è stato sommerso da 1,5 metri d’acqua e oggi il vasto patrimonio culturale, raccolto negli anni con passione e sacrifici di volontari, rischia di essere perso. Bisogna muoversi, perché “l’archivio è stato sommerso d’acqua non fangosa, e quindi potrebbe essere in gran parte recuperato, se si agisce presto”, fanno sapere dall’Associazione culturale che sorregge il museo. I computer d’ingente valore sono stati tratti in salvo, bensì rischiano le macchine più pesanti poste nelle parti inferiori del magazzino. Il museo desidera pertanto rivolgersi a chi vorrà rendersi utile di persona o attraverso un contributo economico. Al momento urgono aiuti di qualsiasi genere per ripulire e spostare il materiale; poi, è necessario comprare scatoloni per imballi e varie attrezzature per la pulizia e il recupero fisico del materiale.

Nel 1999 nasce il progetto museale.

C’è da dire che il MUPIN cerca da qualche tempo una nuova sede che gli consenta di strutturare in maniera ottimale l’esposizione delle proprie opere, dunque, tutti i volontari si augurano di riuscire a trovare al più presto una nuova sistemazione.

 

Chiunque volesse fornire un aiuto per il salvataggio del museo, può contattare la sede alla mail: [email protected]