L'uso di bombe a grappolo ad Aleppo ha provocato la morte di 136 bambini, mentre 400 sono rimasti feriti
In un comunicato del 22 ottobre, Save the Children ha reso noto che "dal 23 settembre scorso ad oggi sono 136 i bambini che sono morti e altri 387 quelli feriti a causa dell’esplosione di bombe a grappolo ad Aleppo est, ma il numero delle vittime potrebbe essere ancora più alto, considerando quelle che non sono riuscite a raggiungere gli ospedali".
Facendo riferimento ai dati raccolti dal Centro di Documentazione delle violazioni dei diritti umani in Siria, gli attachi con l'utilizzo di bombe a grappolo, registrato nel periodo dal 10 settembre al 10 ottobre, sarebbero ben oltre i 130, con un incremento di quasi l'800% rispetto alla media degli otto mesi precedenti.
Inutile ricordare che l'uso di bombe a grappolo è totalmente vietato in base a convenzioni internazionali che tutti dovrebbero riconoscere e rispettare, fin dal 2008. Questo tipo di bomba, indifferentemente lanciate da aerei o da mezzi a terra, rilascia un numero elevato di bombe più piccole che riescono a coprire un'area di circa 5000 metri quadrati. Spesso, alcune di queste bombe rimangono inesplose, costituendo un ulteriore pericolo soprattutto per i bambini da cui vengono scambiate, per dimensioni e fattezze, come oggetti con cui giocare.
Secondo il Dottor David Nott, chirurgo specializzato in traumi che opera in Siria e che fornisce in remoto consulenze ai chirurghi ancora attivi ad Aleppo est, «a volte i bambini vengono colpiti anche da 20 o 30 cuscinetti a sfera che possono ferire gravemente i loro arti fino a mutilarli. Coloro che si trovano a una distanza maggiore dal luogo dell’esplosione vengono raggiunti su tutto il corpo da una raffica di cuscinetti, che si conficcano quasi sempre nei muscoli».
Questa la testimonianza di Sonia Khush, operatore di Save the Children: «Durante il conflitto in Siria sono state compiute continue violazioni al diritto internazionale umanitario: dai bombardamenti di scuole e ospedali, agli attacchi indiscriminati contro i civili.
Dobbiamo fare di più per proteggere i bambini dalla carneficina che questa guerra sta causando. Se c’è una cosa sulla quale le parti in conflitto devono raggiungere un accordo immediato, è che si ponga fine all’uso di munizioni a grappolo e venga consentito l’accesso alle agenzie di aiuto in modo da poter evacuare i bambini feriti.
Le bombe a grappolo e le altre armi esplosive ad ampio raggio non devono essere utilizzate in nessun conflitto. L’uso di queste armi dall’impatto devastante e indiscriminato fa sì che oggi in Siria ci siano bambini molto piccoli a cui sono stati appena amputati gli arti o con cuscinetti a sfera conficcati nei tessuti muscolari».