La crisi di Mercatone Uno andava avanti da tempo, da circa 7 anni. Nel 2018, ad agosto, con la mediazione del Mise gran parte dei punti vendita sparsi in tutta Italia, 55 per la precisione, venivano acquistati dalla società Shernon Holding.

Ma i conti per lo storico marchio emiliano non sono migliorati, tanto che ad aprile Shernon Holding aveva presentato domanda di ammissione al concordato preventivo, garantendo i posti di lavoro fino al 30 maggio, giorno in cui era programmato un incontro al Ministero dello Sviluppo economico per studiare l'ennesimo piano di salvataggio.

Venerdì 24 maggio, però, il tribunale di Milano ha decretato il fallimento dell'azienda. I dipendenti della Mercatone Uno sono venuti a sapere di quanto accaduto solo via social e con il passaparola su Whatsapp. Dall'azienda, ieri, non era arrivata alcuna comunicazione.

Così, quando stamani si sono presentati al lavoro hanno trovato le sedi dei negozi chiuse: 1.800 lavoratori a rischio licenziamento, senza contare che ci sono 500 aziende fornitrici che vantano crediti da Mercatone Uno per 250 milioni di euro. Inutile aggiungere che anche la situazione dei lavoratori di quelle società non è certo tranquilla.

I sindacati, come è naturale, hanno dichiarato la loro perplessità per quanto accaduto, anche perché la soluzione Shernon Holding era stata portata avanti con l'intervento del Mise e adesso si chiedono come sia possibile che gli organi di vigilanza del Ministero non abbiano verificato la consistenza patrimoniale dell'acquirente per capire se fosse in grado o meno di sostenere l'attività dell'azienda.

Al momento, nessuno può dire che cosa accadrà ai dipendenti e se nei prossimi giorni i punti vendita potranno o meno essere riaperti.