I dati del 10 aprile confermano che il nuovo plateau nella diffusione del contagio da Covid-19 in Italia, in discesa rispetto ad una settimana fa, è fissato tra i 3mila e i 4mila nuovi casi nell'arco delle 24 ore.

Oggi, infatti, i casi totali nel nostro Paese sono 147.557, 3.951 in più, mentre sono 98.273 le persone che risultano positive al virus.

Le persone guarite sono 30.455. I pazienti ricoverati con sintomi sono 28.242, in terapia intensiva 3.497, mentre 66.534 si trovano in isolamento domiciliare.

Il numero totale dei deceduti, oggi di 579, è adesso pari a 18.849.

I dati riferiti quest'oggi dalla Protezione civile, pertanto, sembrano confermare il gradino del nuovo plateau - in discesa rispetto ad una settimana fa - tra i 3mila e i 4mila nuovi contagi nell'arco delle 24 ore.


Di seguito, le dichiarazioni riassunte in una nota del ministero della Salute relative alla conferenza stampa odierna del presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, sull'andamento del contagio:

«La curva del contagio segnala una situazione in decrescita ma non deve farci abbassare la guardia. I segnali positivi ci dicono che le azioni intraprese sono efficaci ma non devono illuderci che la situazione si risolva. Queste misure di distanziamento sociale e di igiene personale sono essenziali per mantenere la curva sotto la famosa soglia di R0 uguale a 1».

Nell'ultimo report dell'Iss si conferma il dato sulla letalità, che interessa soprattutto le persone di età sopra i 70 anni (l'età media dei decessi è 80 anni), di sesso maschile (quasi il 70 per cento del totale), con tre o più patologie (il 63 per cento dei casi over 65). L'analisi si riferisce a un campione di circa 1500 cartelle cliniche, rappresentative dell'intera popolazione dal punto di vista epidemiologico.


Perché i decessi calano lentamente 
Il ritardo medio tra la data del contagio e la data del decesso è di 18 giorni, si legge nel report. Questa media si allungherà via via che "maturerà" l'epidemia. I decessi registrati oggi sono spesso l'esito dei contagi di due-cinque settimane prima.


Survey sulle rsa 
L'indagine, iniziata il 24 marzo, coinvolge 2399 Rsa pubbliche o convenzionate che fanno parte dell'Osservatorio demenze dell'Iss. A oggi sono state contattate 2116 rsa e hanno risposto al questionario finora 577 strutture. «La mortalità è cresciuta durante le settimane di picco dell'infezione ma era presente comunque una mortalità anche precedentemente legata ai picchi influenzali tra gennaio e febbraio», ha sottolineato Brusaferro.


Operatori sanitari 
Si registrano 14.006 casi confermati di Covid-16 tra gli operatori sanitari. Hanno un'età media di 48 anni e sono soprattutto di sesso femminile (quasi il 70 per cento del totale).


Salute e sicurezza sul lavoro
«Va ripensata l'organizzazione del lavoro in modo innovativo, con orari flessibili e adottando misure di prevenzione e protezione individuale», ha spiegato Sergio Iavicoli, direttore del dipartimento di Medicina, epidemiologia e igiene del lavoro dell'Inail, presente anche lui alla conferenza stampa. 

Iavicoli ha preso in considerazione tre variabili centrali nella classificazione del rischio sul luogo di lavoro: la prossimità, che riguarda le caratteristiche intrinseche di svolgimento del lavoro che non permettono un sufficiente distanziamento sociale; l'esposizione, cioè la probabilità di venire in contatto con fonti di contagio nello svolgimento delle mansioni lavorative; l'aggregazione, quando la tipologia di lavoro prevede il contatto con altri soggetti oltre ai lavoratori dell'azienda.

Iavicoli ha annunciato che Inail, in collaborazione con il Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi, ha promosso un'iniziativa finalizzata a fornire supporto e sostegno psicologico contro stress e burnout agli operatori sanitari coinvolti nella gestione dell'emergenza Covid-19, grazie all'attivazione di task force di psicologi nelle strutture sanitarie.


Inquinamento e Covid-19 
«La correlazione fra polveri sottili e mortalità da Covid-19 è un'informazione importante che contribuisce a definire meglio lo scenario dei fattori di rischio. Sono studi importanti da tenere nella dovuta considerazione, ma da qui a trarre conclusioni definitive ce ne corre un pochino, anche se di certo non li sottovalutiamo». 

A evidenziarlo è stato il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, durante la conferenza stampa, rispondendo a una domanda su recenti studi, uno dell'università di Catania e uno del Nord America, che correlano le polveri sottili con le infezioni Covid-19.