Mercoledì, dopo essere intervenuto a Riad per un quarto d'ora sul tema "la cultura salva il mondo" in occasione della celebrazione del 5° anniversario della fondazione della Future Investment Initiative, toltasi la giacca da lobbista, Matteo Renzi è tornato a Roma per indossare quella di senatore, continuando nell'opera di mestatore e avvelenatore di pozzi "pro doma sua" che da adesso lo vede impegnato nel trovare il modo migliore per integrare il suo "partitino del 2%" in Forza Italia e allearsi così con un nuovo centrodestra, che lui ha già immaginato con la Lega di Giorgetti e di cui non faranno parte Salvini e Meloni.

Ritornato a Roma, nonostante non abbia partecipato al voto "tagliola" sul ddl Zan, Renzi ha subito ritenuto necessario doversi allineare alle precedenti dichiarazioni dei suoi gregari per addossare sul Partito Democratico la responsabilità di quanto accaduto in Senato:

Sul DDL Zan si è consumato un disastro politico, gestito con totale incapacità dal PD di Enrico Letta, che prima ha fatto un’apertura in TV e poi ha deciso di andare al muro contro muro, giocando una partita ideologica sulla pelle delle persone. E naturalmente perdendola, come era chiaro per tutti quelli che conoscono il Senato, la politica e, soprattutto, la matematica. Si è consumata una figuraccia della classe politica, incapace di dire parole chiare sui diritti civili, tornando indietro di vent’anni: noi siamo quelli che hanno messo la fiducia sulle unioni civili, loro quelli che hanno affossato il DDL Zan. E si è consumata la consueta aggressione verbale contro Italia Viva, portata avanti da PD e Cinque Stelle che - incapaci di portare a casa il risultato - cercano alibi e colpevoli, dando la colpa a noi. Pensate che vengono rilanciate sui social le richieste di andare sotto le sedi di Italia Viva: questa è la lezione democratica di chi voleva una legge contro l’odio. Più ci penso, più mi domando come sia stato possibile per PD e Cinque Stelle un suicidio politico di questo genere. Tutti sapevano che il provvedimento non sarebbe mai passato a scrutinio segreto. E i numeri dimostrano che tutti i gruppi hanno avuto DIVERSI franchi tiratori. 


L'arroganza di un personaggio come Renzi, che stravolge la realtà dei fatti per dimostrare l'indimostrabile a supporto dei suoi interessi personali che senza il minimo pudore definisce politica con la p maiuscola, va oltre ogni limite.

Un'arroganza supportata dalla consapevolezza di poter contare su una stampa serva che ne giustifica i comportamenti perché gli editori a cui fa capo, industriali che utilizzano i media solo a supporto delle necessità delle loro aziende, sanno che il "socialista" di Rignano è sempre e comunque dalla parte di chi gli possa garantire denaro e visibilità, sotto qualsiasi forma.

Inoltre, non bisogna neppure dimenticare che Renzi è convinto di poter continuare a manovrare all'infinito (in questa legislatura) le marionette che ha lasciato nei gruppi parlamentari del Pd come avvelenatori di pozzi, in modo da ricattare e danneggiare i dem ed Enrico Letta, visto che sono tramontate le possibilità per un qualsiasi tipo di future alleanze con quel partito.

Per questo, il segretario dem deve trovare il modo di "governare" personaggi del livello di Marcucci e Cerno, solo per fare qualche esempio, che non si sono trasferiti a Italia Viva in modo da svolgere il ruolo di quinta colonna per tenere aggiornato Renzi sulle mosse del Pd.

In un Paese normale, gente come Renzi non solo non potrebbe sedere in Parlamento, ma neppure sostarne nelle vicinanze. Il fatto che ne faccia parte la dice lunga su quanto siano gravi e irrisolti i problemi dell'Italia.