"Serve una farmacovigilanza più attenta, seria e attiva. Il vaccino Hpv che agisce contro il virus è efficace, però ancora non sappiamo quanto poi, effettivamente, il suo risultato finale lo sia. Per vedere se i tumori diminuiranno ci vorranno anni. Per il vaccino Hpv quindi, bisogna stare attenti e vedere bene gli effetti collaterali.»
Così ieri Silvio Garattini, Farmacologo, dichiarava ieri all'AGI a proposito del problema sollevato dalla trasmissione Report sul vaccino contro il Papilloma Virus (Hpv), aggiunbgendo anche: «In questo caso c'è una grave carenza perché gli effetti collaterali vengono raccolti sulla base di rapporti spontanei e non su ricerche specifiche.
Sono persuaso dunque, che ci voglia una farmacovigilanza attiva per vedere bene quali siano gli effetti tossici. I benefici sono quelli che sono, ma dobbiamo capire le conseguenze tossiche e in questo, ritengo che non si stia facendo ancora un lavoro sufficiente.
Ma sia chiaro, succede anche con i farmaci in generale. Io sono convinto che manca una farmacovigilanza seria.»
In pratica, Garattini ha sostenuto quanto già ieri aveva detto lo stesso Sigfrido Ranucci, conduttore di Report: «Vacciniamoci perché è utile. Però vorremmo che tutti lo facessero nella maggior sicurezza possibile, che ci sia un sistema di farmacovigilanza che funzioni seriamente.»
Il solo fatto di aver sollevato un possibile problema riguardo all'uso di un vaccino in un'inchiesta giornalistica, ha creato un caos politico iniziato dal dottor Roberto Burioni che ha trovato il modo di farsi pubblicità come paladino a prescindere dei vaccini e delle vaccinazioni, le cui dichiarazioni sono state riprese da Matteo Renzi, dalla ministra della Salute Lorenzin, dalla corte dei miracolati parlamentari PD al servizio di Renzi e dal giornale del Partito di Renzi che in una specie di gara a chi la sparava più grossa hanno trasformato una normale e banale inchiesta giornalisitica in un casus belli da risolvere con la possibilità, addirittura, di sospendere la trasmissione Report che ha mandato in onda il servizio.
È evidente che i servizi di Report sui possibili benefici che il gruppo Pessina potrebbe aver ottenuto dopo il salvataggio de l'Unità ed il lassismo con cui il ministero della Cultura gestisce il denaro pubblico nello sviluppo dell'industria cinematografica - con possibilii favori diretti e indiretti ad alcuni noti attori, produttori e industriali italiani - deve aver innervosito non poco il Partito Democratico ed i suoi vertici che hanno sollevato il caso vaccini per poter trovare una scusa, per far credere alla pubblica opinione che ciò che viene dichiarato a Report sia sempre falso o tendente al falso, come la vicenda vaccini secondo loro dimostrerebbe.
Ma in un Partito che si definisce Democratico perché si ha paura e si vogliono fra tacere dei giornalisti, quasi una rarità in Italia, che semplicemente cercano di porsi domande per capire e informare la pubblica opinione se quanto viene narrato loro dalle istituzioni sia o meno vero?
Per il PD, evidentemente non è così, per due motivi: perché Report racconterebbe il falso e perché le persone che vedono Report, implicitamente, non sarebbero in grado di capire che verrebbero raggirate. Ma se questa è la considerazione che il PD ha degli italiani, perché allora gli stessi che non sono in gradi di giudicare un servizio di Report dovrebbero essere in grado di giudicare un discorso di Renzi?
Se quelle persone, sempre secondo il PD sono raggirabili, allora vuol dire che lo sono sempre, sia quando ascoltano Report, sia quando ascoltano Renzi. Una considerazione del popolo piuttoto scarsa da parte di un partito e di un segretario in pectore che ad ogni occasione non dimentica mai di ricordarsi quanto l'Italia sia un grande paese... ma, secondo quanto lui ed il suo partito fanno di tutto per dimostratre, comunque popolato da imbecilli.