Nove mesi fa Marco Cappato ha accompagnato in Svizzera Fabiano Antoniani, conosciuto anche come dj Fabo, per aiutarlo a morire in una clinica dove viene praticata l'eutanasia, che in Svizzera è legale da alcuni anni.

Fabiano Antoniani era completamente paralizzato e reso cieco da tre anni in seguito alle conseguenze di un incidente. La morte era per lui una liberazione da uno stato psichico e fisico non più sopportabile.

Una volta rientrato in Italia, Marco Cappato si è presentato presso una stazione di Carabinieri di Milano autodenunciandosi per aver commesso il reato all’articolo 580 del Codice Penale, per istigazione o aiuto al suicidio:

"Chiunque determini altri al suicidio o rafforzi l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevoli in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima."

L'articolo 580 risale al codice penale redatto negli anni '30, durante il fascismo.

L'obbiettivo di Cappato, il cui processo è iniziato in questi giorni, è che anche in Italia si possa ottenere una legge sull’eutanasia di cui si discute ormai da 32 anni, senza più dover ricorrere alla Svizzera.