Il silenzio che si respira mette quasi soggezione. Soprattutto qui, nella parrocchia di Villa Chiaviche, frazione di Cesena che si avvia verso la campagna e nella quale da anni un’intera comunità si è tornata a riunire sotto l’ombra del campanile con un entusiasmo che - di questi tempi - ha davvero pochi precedenti. Merito del sacerdote, don Daniele Bosi che, dice ci abita da quelle parti, col suo spirito aveva saputo avvicinare tanti fedeli. Forse anche troppo. E soprattutto forse non sempre col giusto approccio. "Sarebbe meglio rivedere il nome del parroco in Dongiovanni…" ironizza qualche malizioso. In effetti è di questo che si parla oggi nelle strade intorno alla chiesa. Una chiesa che don Daniele ha lasciato senza preavviso un paio di settimane fa, per decisione della diocesi. La ragione sarebbe da ricercare in comportamenti non consoni all’abito talare tenuti dal sacerdote nei confronti di almeno una parrocchiana, con la quale ci sarebbero stati approcci che andavano ben oltre il conforto religioso, arrivando a sfociare in quella che potrebbe essere stata anche una relazione sentimentale.Dalla diocesi non arrivano commenti in materia, se non la conferma che don Daniele al momento non è in parrocchia. La motivazione fornita riguarda un periodo di ‘riposo e riflessione’ da trascorrere in una località isolata, un monastero ubicato fuori regione. Riguardo al periodo indicato, a oggi il riferimento è a uno o due mesi, anche se di certezze non ce ne sono. È anche tutto da vedere se il prete al termine di questo periodo farà poi ritorno in città oppure se verrà assegnato a un’altra realtà. La notizia si era diffusa nella frazione cesenate già da alcuni giorni, quando le voci avevano cominciato a rincorrersi, in toni diversi, divisi tra la disapprovazione morale, lo stupore e i toni boccacceschi. Ma non solo, perché c’è anche chi il sacerdote lo difende, con fermezza, ricordandone generosità, altruismo e grande attaccamento alla comunità. E c’è chi va oltre, tornando coi ricordi al novembre del 2022, quando Villa Chiaviche affrontò uno dei periodi più cupi della sua storia. In un incidente stradale morì un bimbo di 7 anni, di fede islamica. Don Daniele lo conosceva, era legato a lui e alla sua famiglia. Fedi diverse, ma un unico dolore: don Daniele in quell’occasione si spese tantissimo, organizzando anche un saluto comune nell’area esterna alla chiesa, prima di lasciare spazio al rito islamico. Il padre del bimbo lo aveva abbracciato, commosso e con un grido, "Siamo fratelli", impossibile da dimenticare.  (Il Resto del Carlino)

La notizia commentata dal Movimento Internazionale dei preti sposati:

"Le voci diffuse dall'articolo vanno verificate in tutti i sensi. Come sacerdoti sposati che hanno un regolare percorso nella Chiesa consigliamo al prete e alla diocesi di vivere la situazione in massima trasparenza".