Il 3 agosto, la Figc comunicava che "il Procuratore Federale ed il Procuratore Federale Aggiunto - espletata l’attività istruttoria in sede disciplinare, esaminati gli atti del procedimento, a seguito della decisione del Tribunale Federale Nazionale (pubblicata con C.U. n. 10/TFN del 25 luglio 2018) con la quale ha, tra l’altro, dichiarato improcedibile il deferimento nei confronti del Chievo Verona e di alcuni dirigenti e, per l’effetto, ha restituito gli atti alla Procura Federale con riferimento a tali posizioni - hanno deferito al Tribunale Federale Nazionale – Sezione Disciplinare Luca Campedelli, Piero Campedelli, Giuseppe Campedelli, Michele Cordioli, Antonio Cordioli. Per responsabilità diretta ed oggettiva è stata deferita anche la società."
Nel caso in cui il Tribunale Federale dovesse ritenere fondate le accuse, il Chievo avrebbe avuto la possibilità di disputare il prossimo campionato in serie B.
Perché avrebbe avuto? Perché il processo agli imputati si terrà solo a campionato iniziato, il 12 settembre, quando ormai si saranno giocate già tre gare della nuova stagione 2018/2019.
La vicenda per cui sono stati deferiti i Campedelli e i Cordioli riguarda plusvalenze fittizie nella compravendita dei giocatori finalizzate per "sistemare" il bilancio della società in modo da ottenere la Licenza per l’iscrizione al campionato di Serie A nelle stagioni 2015/2016, 2016/2017 e 2017/2018.
Tali compravendite sono state effettuate con la "complicità" del Cesena, penalizzato di 15 punti nel campionato 2018/19, una sanzione che tra l'altro non sconterà in quanto la società è fallita.
Il giudizio nei confronti del Chievo avrebbe già dovuto essere stato emesso lo scorso 25 luglio scorso. In quell'occasione, però, il Tribunale nazionale della Federcalcio aveva dichiarato di non poter procedere "per vizio di forma", per la mancata audizione in fase di indagini di Campedelli, audizione che lui stesso aveva richiesto. Il Tribunale, pertanto, aveva restituito gli atti alla Procura federale.
Immaginate quale possa essere stata la reazione del Crotone che, in caso di penalizzazione del Chievo avrebbe anche potuto essere ripescato in Serie A.
«Registriamo ancora una volta l’ennesima pagina negativa per il calcio italiano - ha dichiarato il presidente Vrenna. - È una vergogna senza fine. Faranno giocare la Serie A ad una squadra che non è nelle condizioni di poterlo disputare.
Si è perso troppo tempo, a cominciare dal cavillo dell’improcedibilità che si poteva risolvere in poche ore. Invece ci sono voluti ben otto giorni».
Adesso, con questo ritardo, sono elevate le possibilità che il prossimo campionato di Serie A si giochi, in pratica, a 19 squadre con il Chievo che potrebbe essere penalizzato di così tanti punti che la sua retrocessione sarebbe da considerarsi scontata già dopo tre giornate. Come questo possa favorire la regolarità e la spettacolarità del massimo campionato è sinceramente difficile da capirlo.