Il XIII Congresso Mondiale delle Famiglie che si terrà a Verona, dal 29 al 31 marzo, allestito dall'Organizzazione Internazionale per la Famiglia, già dal titolo, "Il Vento del Cambiamento: L'Europa e il Movimento Globale Pro-Family", è evidente come si tratti principalmente di un evento politico che utilizza la famiglia e Dio per promuovere una patria che con la democrazia ha poco o nulla a che vedere.
I relatori sono tutti o quasi esponenti politici della destra estremista, sia italiana che estera, che vogliono promuovere un'idea di società basata sul divieto, in cui non sia possibile poter scegliere, ma solo obbedire.
Che cosa costoro abbiano a che fare con il cristianesimo in generale e il cattolicesimo in particolare è possibile comunque affermarlo senza alcuna ombra di dubbio: nulla!
A spiegarcelo è l'articolo "Dio, patria, famiglia, quei valori sacri smascherati da Gesù" scritto dal biblista servita Alberto Maggi e pubblicato qualche anno fa sul sito Il Libraio, di cui di seguito è riportato il contenuto.
In ogni società esistono valori sacri, principi sui quali si basano le fondamenta della collettività. Per valore sacro s'intende un ideale così importante da essere superiore al bene stesso dell'uomo, e per difenderlo si può arrivare a sacrificare la propria vita o a togliere quella di quanti vi si oppongono.I valori sacri, indiscutibili e non negoziabili, sui quali da sempre ci si è basati, sono Dio, Patria, Famiglia.Quel che accomuna questi tre valori è il potere: quello esercitato da Dio, attraverso l'istituzione religiosa sulle coscienze dei credenti, quello dello Stato, sulla vita delle persone e infine il potere indiscusso del capo famiglia sulla moglie e sui figli.Poi è venuto Gesù, e ha smascherato questi valori sacri rivelandoli come ostili al disegno del Padre sull'umanità. Il Cristo, per il quale l'unico valore sacro è il bene dell'uomo, denuncerà che quel che era considerato apparentemente a favore dell'uomo era in realtà il principale ostacolo alla realizzazione del progetto del Creatore: che ogni uomo diventi suo figlio raggiungendo la pienezza della condizione divina.Ed è proprio questo quel che allarma la società: che l'uomo raggiunga la condizione divina, diventi esso stesso Signore e, in quanto tale, pienamente libero.Infatti, ogni potere, da quello meno appariscente ma non meno micidiale della famiglia, a quello civile e a quello sacrale vuole impedire la pienezza umana proposta da Gesù.Per questo Gesù avvisa i suoi che faranno la stessa fine del loro maestro, condannato a morte come bestemmiatore in nome di Dio da parte dei rappresentanti della religione, ritenuto un pericoloso sovversivo da parte del potere civile e abbandonato dalla famiglia che lo riteneva un demente.I nemici o gli ostacoli alla realizzazione del progetto divino, Gesù li individua, infatti, proprio nella famiglia, dove il marito era l'indiscusso padrone della moglie e dei figli (“sarete traditi perfino dai genitori, Lc 21,16-17), nella nazione, dove chi deteneva il comando, spadroneggiava sui sudditi (“sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia…”, Mt 10,18) e nella religione, dove il dominio veniva esercitato in nome di Dio e giungeva dove gli altri poteri si fermavano: la coscienza della persona (“vi consegneranno ai sinedri e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe…”, Mt 10,17); “viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio”, Gv 16,3).A questi falsi valori che impediscono la crescita e la maturazione dell'uomo Gesù opporrà i veri valori, quelli che, comunicando agli uomini energia divina, saranno fattore di crescita, consentendo a ogni uomo di realizzare in lui il progetto divino (Gv 1,12; Ef 1,4).Per questo, a Dio, nome comune di ogni religione, Gesù preferirà il Padre, nome specifico del messaggio cristiano, e all'obbedienza a Dio, Gesù contrapporrà l'assomiglianza al Padre: se in nome di Dio si può togliere la vita, in nome del Padre si può solo donarla.Alla Patria, ambito delimitato da confini e barriere edificate sulle paure, sull'ignoranza e sugli egoismi, Gesù contrapporrà il Regno di Dio, spazio d'amore dove tutti sono accolti, amati e rispettati nella loro diversità.Gesù non è venuto ad innalzare muri contro gli altri popoli, ma ad abbatterli (Ef 2,14), perché l'amore del Signore si estende a tutte le nazioni. Mentre la patria sacralizza se stessa (il sacro suolo), ponendo come valore sacro quelli che in realtà sono i suoi interessi, nel Regno l'unico sacro è l'uomo. Gesù ha ampliato anche l'angusto orizzonte della famiglia vincolata dagli obblighi familiari, e l'estende a ogni uomo, senza distinzione di popoli e razza.L'unità viene realizzata dall'accoglienza dello stesso Spirito e non dall'avere lo stesso sangue: “Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre” (Mc 3,35). La sequela a Gesù richiede la piena libertà dell'individuo, che deve rendersi indipendente da tutto quel che gli impedisce piena libertà di movimento, compresi quei rapporti familiari che proprio per la loro costrizione vengono chiamati “vincoli” o “legami”: “Chi vuol bene al padre o la madre più di me non è degno di me; chi vuol bene al figlio o la figlia più di me non è degno di me” (Mt 10,37).Gesù non viene a distruggere la famiglia, ma a liberarla da quei ricatti affettivi che impediscono ai suoi componenti di crescere, accedendo a quella pienezza di vita alla quale ogni individuo viene da Dio chiamato.
E adesso chi glielo dice ai Salvini, ai Fontana, ai Pillon, alle Meloni... insomma a tutti i partecipanti di quel Congresso che le loro idee su fede, famiglia e società con il Vangelo, e quindi con il cristianesimo di cui loro fanno intendere di essere tra i paladini, non hanno nulla a che vedere?
Pertanto, il fatto che vogliano impedire agli altri di vivere i loro modelli di famiglia come meglio credono, imponendo il loro come modello unico da seguire, trova migliore giustificazione più nella sottocultura fascista che nella cultura cristiana. Quindi, che a quella si richiamino apertamente a supporto della loro propaganda, mettendo da parte una buona volta ogni ipocrisia.