Cronaca

L’associazione “Rete l’abuso” dei sopravvissuti alle violenze sessuali dei membri del Clero ritiene i casi sottostimati: “In Italia sono 1.570. È importante denunciare”. Si apra ai preti sposati

Raccogliere e catalogare le molestie e le violenze sessuali commesse dai membri del clero nei confronti di minorenni. È questa la principale attività che “Rete l’abuso”, l’associazione italiana sopravvissuti agli abusi del clero conduce da quasi 15 anni, pubblicando rapporti periodici con i dati sulle denunce e i nomi degli ecclesiastici coinvolti in procedimenti penali. 

Dal 2010, Rete l’abuso ha censito 1.570 vittime di pedofilia: 1.378 maschi e 192 femmine, con 1.426 minori abusati da sacerdoti, 90 da laici (41 da scout e 49 da catechisti), 51 adulti vulnerabili e 3 da suore. A queste 1.570 vittime – sostiene Francesco Zanardi, presidente dell’associazione – andrebbero sommate le 956 vittime (non documentate) dichiarate dalla Chiesa, vittime prodotte da 913 autori “mai denunciati all'Autorità Giudiziaria”.

I dati regionali
La Lombardia è la prima regione italiana per numero di molestie, con 370 casi in circa 15 anni: nella regione si contano 30 preti condannati in via definitiva e altri 24 coinvolti in procedimenti penali in corso o che hanno ottenuto l’archiviazione per effetto della prescrizione.

Il dettaglio delle regioni riporta: 13 vittime di pedofilia in Abruzzo; 19 in Basilicata; 44 in Calabria; 56 in Campania; 73 in Emilia; 100 nel Lazio; 65 in Liguria; 18 nelle Marche; 25 in Molise; 135 in Piemonte; 66 in Puglia; 30 in Sardegna; 89 in Sicilia; 126 in Toscana; 232 nel Triveneto; 100 in Umbria; e 9 in Vaticano.

“Casi documentati”
Il censimento della – spiega l’associazione – “è basato solo su casi documentali pubblici, ovvero non abbiamo inserito alcun dato di casi non denunciati e questi sono un totale di 360, che hanno prodotto 1.570 sopravvissuti. Quelli che invece si evincono dalle dichiarazioni della stessa chiesa sono nettamente superiori, 913 casi di abusatori, quasi il triplo di quelli censiti dalla Rete l’abuso e, se pur incompleti, tuttavia dichiarano almeno altri 956 sopravvissuti, da sommare i nostri 1.570”.

Alla luce di questi dati, Rete l’abuso ha sottolineato l'importanza dell’obbligo di denuncia per tutti i cittadini “che nel caso del clero anziché rimandare la scelta di denunciare al vescovo obbligherebbe le singole persone che abbiano un fondato sospetto a denunciarlo”.

Autore Informazione Libera
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