IPCC: ecco che cosa ci accadrà se non riusciremo fin da subito a contenere l'aumento della temperatura
- La temperatura si è innalzata di 1,09° C nel decennio tra il 2011-2020.
- Gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi mai registrati dal 1850.
- Il recente tasso di innalzamento del livello del mare è quasi triplicato rispetto a quello registrato nel periodo 1901-1971
- Al 90% è causato dall'uomo il ritiro dei ghiacciai iniziato a partire dagli anni '90 e della diminuzione del ghiaccio marino artico.
- È "praticamente certo" che gli eventi atmosferici estremi associati all'aumento delle temperature sono diventati più frequenti e più intensi rispetto agli anni '50, mentre gli eventi estremi associati ad un diminuzione delle temperature sono diventati meno frequenti e meno gravi.
Questi i punti chiave che riassumono il rapporto pubblicato lunedì dall'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, il foro scientifico formato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite, l'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) e il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) allo scopo di studiare il riscaldamento globale.
Rapporto che, va ricordato, è da considerarsi come un'anticipazione di quello definitivo che sarà presentato nel 2022.
Nel documento pubblicato oggi dall'IPCC vengono fornite nuove previsioni sulla possibilità di superare il livello di riscaldamento globale di 1,5° C nei prossimi decenni, aggiungendo che, a meno di riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra, limitare in futuro il contenimento del riscaldamento entro 1,5° C o anche 2° C sarà impossibile.
Il rapporto mostra che le emissioni di gas serra delle attività umane sono responsabili dell'innalzamento della temperatura di circa 1,1° C dal 1850 al 1900 e rileva che in media nei prossimi 20 anni la temperatura globale dovrebbe innalzarsi invece di 1,5° C, probabilmente anche fino a raggiungere valori ancor più alti.
"Questo rapporto è una fotografia della realtà", ha affermato la co-presidente del gruppo di lavoro I dell'IPCC, Valérie Masson-Delmotte. "Ora abbiamo un quadro molto più chiaro del clima passato, presente e futuro, essenziale per capire dove siamo diretti, cosa si può fare e come possiamo prepararci"."Il cambiamento climatico sta già influenzando ogni regione della Terra, in diversi modi. I cambiamenti che sperimentiamo aumenteranno con un ulteriore riscaldamento", ha affermato Panmao Zhai, co-presidente del gruppo di lavoro I dell'IPCC.
Il rapporto prevede che nei prossimi decenni i cambiamenti climatici aumenteranno in tutte le aree del mondo. Con un aumento di 1,5° C della temperatura, ci saranno ondate di calore crescenti, stagioni calde più lunghe e stagioni fredde più brevi. A 2° C gli eventi estremi associati ad ondate di calore raggiungeranno più spesso soglie di tolleranza critiche per agricoltura e salute.
Ma non si tratta solo di temperatura. Il cambiamento climatico sta portando cambiamenti molteplici le cui conseguenze aumenteranno senza una decisa inversione di tendenza. I cambiamenti interessano umidità, siccità, venti, neve ghiaccio, aree costiere, oceani.
Per esempio:
Il cambiamento climatico sta interessando il ciclo dell'acqua con precipitazioni più intense e inondazioni in alcune zone, mentre in altre aumenterà invece la siccità.
Alle alte latitudini, è probabile che le precipitazioni aumentino, mentre si prevede che diminuiscano su gran parte delle zone subtropicali. Si prevedono cambiamenti nelle precipitazioni monsoniche, che varieranno in base alla regione.
Le aree costiere vedranno un continuo innalzamento del livello del mare per tutto il 21° secolo, contribuendo a inondazioni costiere più frequenti e gravi nelle aree basse, oltre all'erosione costiera. Eventi estremi associati al livello del mare che in precedenza si verificavano una volta ogni 100 anni potrebbero verificarsi ogni anno già entro la fine di questo secolo.
Un ulteriore riscaldamento amplificherà lo scongelamento del permafrost e la perdita della copertura nevosa stagionale, lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali e la perdita del ghiaccio marino artico durante l'estate.
I cambiamenti nell'oceano, compreso il riscaldamento, le ondate di calore marine più frequenti, l'acidificazione degli oceani e la riduzione dei livelli di ossigeno sono stati chiaramente collegati all'influenza dell'uomo. Questi cambiamenti influenzano sia gli ecosistemi oceanici che le persone che fanno affidamento su di essi e continueranno almeno per il resto di questo secolo.
Per le città, alcuni aspetti del cambiamento climatico possono essere amplificati, tra cui il caldo (dato che le aree urbane sono generalmente più calde rispetto all'ambiente circostante), le inondazioni dovute a forti precipitazioni e l'innalzamento del livello del mare nelle città costiere.
Nel rapporto, però, si fa presente anche che l'uomo ha ancora la possibilità di determinare il corso futuro del clima, con la consapevolezza che l'anidride carbonica è la causa principale dell'innalzamento della temperatura, insieme ad altri gas serra e inquinanti atmosferici, anche se il loro apporto è quantificabile in misura minore.
Quale sia la soluzione al problema, quindi, è chiaro. Quello che invece ancora non è chiaro è come poter raggiungere tale soluzione.